Venezia è come il Louvre. Ecco il decalogo per tutelare la Serenissima
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Venezia nasce il 25 marzo del 421. Così si legge nel manoscritto Chronicon Altinate del XIII secolo, una delle fonti più antiche sulla storia della città. Sarà pure leggenda, come sostengono alcuni studi recenti, ma intanto la città si accinge a celebrare i suoi 1600 anni , senza il solito sovraffollamento di calli e canali: la pandemia ha colpito il turismo internazionale e le destinazioni che vivevano di grandi numeri sono disorientate. Ma per Venezia è anche l’anno zero per lasciarsi alle spalle l’overtourism e ripensare un modello più sostenibile.Come racconta Toto Bergamo Rossi, restauratore, autore di libri d’arte e dal 2010 direttore di Venetian Heritage, fondazione no profit con sedi a Venezia e New York, che raccoglie fondi per la salvaguardia, il restauro, la valorizzazione del patrimonio storico artistico di Venezia. Per tornare a visitarla, appena si potrà, con occhi nuovi.
Com’è Venezia ora?
A riposo. Anzi, in convalescenza, e si riprenderà presto. Considerata la sua veneranda età, spero che questa pausa forzata scateni decisioni sul futuro della Serenissima: negli ultimi 40 anni ha subito un costante declino, che la sta trasformando in una Disneyland cinese. Negli ultimi decenni i nostri amministratori non hanno mai pensato alle conseguenze della globalizzazione, dello sviluppo dell’aereoporto Marco Polo (il terzo d’Italia), delle compagnie low cost e del passaggio delle grandi navi nei canali. Questa anarchia nel 2019 ci ha regalato quasi 25 milioni di turisti e troppi bed&breakfast, centinaia di negozi-trappole per turisti e il calo degli abitanti autoctoni. Un turismo di massa che non porta a nulla e che dovrà, spero, essere regolato. Venezia è un enorme museo a cielo aperto e come tale andrebbe gestito.
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Venetian Heritage si muove in questa direzione?
Raccogliamo circa due milioni e mezzo di euro all’anno per sostenere i nostri progetti. Stiamo finanziando il restauro dello scalone rinascimentale della Scuola Grande San Giovanni Evangelista, insieme all’hotel Gritti Palace, e il nuovo allestimento dei saloni V e VI del museo delle Gallerie dell’Accademia con il restauro di alcuni capolavori, come la magnifica Deposizione di Luca Giordano. Grazie alla campagna di raccolta fondi #supportvenice, lanciata dopo l’alluvione del novembre 2019, stiamo sostenendo, con la maison Bottega Veneta, il restauro di una parte dei mosaici pavimentali nella basilica di San Marco. Grazie alla stessa campagna stiamo finanziando il restauro del monumento funebre del doge Francesco Morosini, il celebre Peloponnesiaco, nella chiesa di Santo Stefano.
Quali sono i progetti dei prossimi mesi?
In concomitanza con le vernici di Biennale Architettura, il 20 maggio 2021, a Palazzo Grimani, dove continua la mostra Domus Grimani, con il ritorno di 100 sculture classiche nel camerino delle antichità, sarà presentata la Sala del Doge, riallestita, dopo 427 anni, con altre 31 sculture che fino al 1594 decoravano le pareti di questo spettacolare ambiente tardo manierista. Contemporaneamente apre la mostra site specific del maestro Georg Baselitz, in collaborazione con la galleria Gagosian.
Nel suo ultimo libro I…
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