Polemica elettorale sulla moschea, l’ironia del candidato Foggetta: “Creerò
Così è bastato che Foggetta confermasse “l’impegno di garantire i Diritti imprescindibili riconosciuti dalla Costituzione”, più qualche vecchio post sui social per far levare in coro il centrodestra. A partire proprio da Di Stefano: “Il 12 giugno si vota anche su questo: con noi il no alla grande moschea è chiarissimo e l’estremismo non lo accettiamo!” ha scritto su Facebook, seguito a ruota dalla coordinatrice regionale di FdI Daniela Santanchè, dal segretario della Lega Lombarda Fabrizio Cecchetti secondo cui “l’unica priorità della sinistra è la maxi moschea”, da quello azzurro Massimiliano Salini.
Foggetta ha prima risposto seriamente: “La propaganda di destra è solo funzionale ad un’assenza di proposte e di idee su quella che sarà la città nel futuro e sintomatica della paura di perdere la città. Il diritto sancito anche dalla Costituzione di ogni sestese a praticare la propria fede religiosa – osserva – non è contestato da nessuno, neppure dal sindaco pro tempore leghista, tanto che la struttura provvisoria è ancora nell’area di Via Luini. “Nessuno pensa di fare di Sesto San Giovanni una città meta di pellegrinaggi religiosi con santuari o moschee che portino a Sesto San Giovanni fedeli da tutta la regione. Saremo la città della ricerca e della salute, ed è semplicemente fuori luogo – aggiunge – immaginarci anche come la piccola Mecca, la piccola Gerusalemme e neppure la grande San Giovanni Rotondo d’Italia. Ogni progetto che dovesse essere approvato sarà assolutamente in linea con le reali esigenze della comunità locale”.
Ma poi, davanti al moltiplicarsi di post del centrodestra sul tema, ha deciso di buttarla sul ridere. E così su Facebook ha scritto: “Sono molto stanco delle falsità che girano sul mio conto tra chi dice che io sia fondamentalista e chi mi vuole (di nuovo) amico dei terroristi. Io ho parlato più volte di chi sono e delle mie origini: Figlio di famiglia pugliese arrivata a Sesto negli anni delle migrazioni verso il Nord. Ecco, io non voglio trasformare Sesto nella Mecca di Italia, io voglio trasformare Sesto nella vera città del culto mondiale, San Giovanni Rotondo. Voglio trasformare piazza Petazzi in piazza Claudio Villa, voglio eliminare i kebabbari e sostituirli con i fornai che fanno “a fcazz” (la focaccia, ndr). Voglio togliere dalle aiuole i cavolfiori che piacciono tanto a Di Stefano e piantare le cime di rapa che piacciono tanto a me, meglio se con le orecchiette. E infine voglio ricoprire la Bergamella con la sabbia della spiaggia così guardando il laghetto…
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