Le strade riducono le migrazioni degli gnu causando problemi genetici

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Ogni anno, nella savana africana, più di un milione di gnu compiono una migrazione di massa che è diventata una delle immagini più iconiche di quelle regioni, e che attira centinaia di migliaia di turisti in particolare nei parchi del Serengeti, in Tanzania, e di Masai Mara, in Kenya. C’è un problema, però: da qualche decennio a questa parte, non tutti gli gnu riescono a completare il loro percorso. L’antropizzazione ha portato al moltiplicarsi di ostacoli insuperabili: strade e autostrade, ma anche staccionate, cancelli e recinzioni, che si frappongono fra gli animali e la loro destinazione. E che, soprattutto, isolano sempre di più queste popolazioni, che, come spiega un nuovo studio pubblicato su Nature Communications, stanno quindi vedendo declinare la loro variabilità genetica, con possibili conseguenze anche gravi sulla loro sopravvivenza.

Da migratori a stanziali. La specie presa in considerazione nello studio è Connochaetes taurinus, lo gnu striato, una delle due specie di gnu diffuse in Africa. Il team dell’università di Copenhagen ha analizzato il genoma completo di 121 esemplari diffusi in tutta l’Africa, e ha potuto constatare un collegamento evidente tra il calo di variabilità genetica e la ridotta capacità migratoria degli gnu. Stiamo parlando di popolazioni che storicamente hanno sempre compiuto viaggi epici, mescolandosi ad altri gnu e arricchendo quindi il loro pool genetico; da qualche tempo, a causa della presenza di strade e altre barriere artificiali, le loro migrazioni sono sempre più corte, e gli incontri con altri gnu sempre più rari.

Via le barriere. Questo non significa che gli gnu striati siano a rischio di estinzione – per ora. Il problema della loro ridotta variabilità genetica, e quindi di una percentuale sempre più alta di inbreeding, diventerà evidente con il passare degli anni: più una popolazione è varia, più ha probabilità di sopravvivere ai cambiamenti climatici ed ecosistemici a cui andrà incontro tutto il Pianeta nei prossimi anni e decenni. Il rischio, quindi, è di ritrovarci prima o poi con una specie incapace di adattarsi perché geneticamente “monotona”: la soluzione, che richiede però grandi sforzi e coordinazione anche a livello internazionale, è quella di restituire agli gnu striati la possibilità di migrare dove e quando vogliano, rimuovendo quegli ostacoli che stanno disturbando la loro naturale propensione a vagare per migliaia di chilometri in cerca di cibo e acqua.



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