Stefano Boeri contro l’Anpi: “Mi vergogno della posizione su Bucha. Penso ai
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I valori della Resistenza e dell’antifascismo, Stefano Boeri li ha respirati in casa. Non solo storie e racconti, ma anche esempi di vita. Perché quella dell’architetto, appena riconfermato presidente della Triennale di Milano, è stata una famiglia di partigiani. Ed è anche per questo che ha deciso di affidare al suo profilo Facebook una durissima reazione alla posizione dell’Anpi sugli ultimi orrori del conflitto tra Ucraina e Russia. L’associazione nazionale dei partigiani ha sì “condannato” il massacro di Bucha, ma allo stesso tempo ha invocato una “commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’Onu e formata da rappresentanti di Paesi neutrali per appurare cosa davvero è avvenuto”. Una sorta di ‘neutralità’, appunto, che indigna Boeri: “Mi vergogno profondamente di leggere queste righe da parte di un’Associazione che sembra aver dimenticato che la Resistenza antifascista aveva scelto da che parte stare, chi fossero i nemici, dove e come riconoscere i colpevoli e le vittime. Al netto di una guerra che, sempre e ovunque, distrugge ogni traccia di umanità”.
Il suo Dna, Boeri lo racconta subito nel post con cui invece prende una posizione netta. E quella che fa l’architetto è più di una premessa: “Mio padre Renato era comandante partigiano sui monti del Verbano/Ossola; suo fratello Enzo, da Napoli, coordinava insieme agli alleati angloamericani e al CLN il lancio di armi e dispositi radio per sostenere la Resistenza contro gli aggressori nazifascisti. Mia madre Cini, come staffetta partigiana, accoglieva e nascondeva le armi e gli uomini paracadutati”, scrive su Facebook. Una famiglia che ha sempre scelto da quale parte stare.
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