25 Aprile, Bedizzole nel Bresciano revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini.

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“Un bel segnale che abbiamo voluto dare in vista del 25 Aprile”: così Giovanni Cottini, sindaco di Bedizzole sostenuto da una lista civica di centrosinistra, commenta la revoca della cittadinanza onoraria della città del Bresciano a Benito Mussolini.

La mozione, presentata dalla capogruppo del gruppo consiliare “Democrazia e solidarietà” Francesca Roberti, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale durante la seduta del 21 aprile: assenti “giustificati” solo tre consiglieri, tra cui l’esponente di Fratelli d’Italia. “Due di loro avevano già prenotato un viaggio proprio in quei giorni e il terzo ha preferito non partecipare per motivi personali – spiega il primo cittadino – Ma tutti gli altri, compresi due consiglieri della Lega, hanno votato compatti per la revoca. Una presa di posizione importante, soprattutto alla luce della delicata situazione internazionale che stiamo vivendo, in cui vediamo messi a rischio i valori di pace, libertà e democrazia in cui crediamo”.

Moltissimi comuni italiani durante il ventennio fascista conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini – “Veniva fatto dietro invito della Prefettura, a ulteriore riprova di quanto fosse assurdo il clima politico di quegli anni”, commenta Cottini – ma non tutti oggi sono decisi come Bedizzole sulla revoca: nel 2020 per esempio è stata confermata a Salò, la città nel Bresciano simbolo della Repubblica sociale, e a maggio del 2021 la stessa decisione è stata presa dalla maggioranza leghista di Rovato, sempre in provincia di Brescia.

“Avevamo messo in conto che la nostra decisione sarebbe stata per certi versi impopolare e infatti sono già arrivate delle critiche da parte della cittadinanza – prosegue il sindaco – Il che però non fa che dimostrare quanto la revoca della cittadinanza onoraria fosse necessaria. Ci sono ancora troppe persone che non condannano il fascismo”. Nello specifico, “chi ci sta attaccando sui social non ha nemmeno la coerenza e l’onestà intellettuale di difendere la propria posizione, nascondendosi dietro al pretesto che ‘ci sono cose più importanti di cui l’amministrazione comunale dovrebbe occuparsi’ – conclude Giovanni Cottini – Preferirei che ammettessero di essere fascisti. Abbiamo scoperto un paio d’anni fa che il nostro Comune aveva conferito la cittadinanza onoraria a Mussolini, consultando gli archivi, e ora revocarla non significa negare né cancellare il passato, ma solo difendere dei principi fondamentali su cui si fonda la nostra democrazia”.

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