Cooperativa Melograno, storie di ‘ordinaria’ accoglienza: “Così troviamo

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Il viaggio di 90 ore per scappare dai bombardamenti di Kiev non lo dimenticheranno mai. Ora però mamma Yana, 43 anni, i suoi due figli Julia e Timur, 20 e 5 anni, insieme alla tartaruga e al cagnolino, sono al sicuro nella casa di una famiglia di Castel Rozzone (Bergamo). Storie ordinarie di accoglienza in Lombardia dallo scoppio della guerra, ma pur sempre straordinarie nell’affetto e solidarietà dimostrato da chi apre le porte di casa a chi fugge dall’orrore.

A fare da ponte tra la famiglia ospitante e i profughi ucraini è stata la cooperativa ‘Il Melograno’ di Segrate, che da quasi 40 anni si occupa di persone e famiglie fragili. Gli operatori Mauro e Rosa domenica scorsa si sono fermati a pranzo per seguire da vicino le prime ore di inclusione: “Il bimbo ha giocato tutto il tempo – spiega Rosa Palone, socia dipendente de Il Melograno -. Yana ci ha raccontato che è un’imprenditrice nel campo della cosmesi, che la figlia ha studiato management alberghiero e che suo marito è rimasto a Kiev come riserva dell’esercito”. Il progetto si chiama ‘La Rete delle famiglie accoglienti’ e non è il primo organizzato dalla cooperativa segratese.

“Ospitiamo centinaia di stranieri attraverso percorsi istituzionali – racconta Mara Cappellini, presidente de Il Melograno -, ma il nostro obiettivo è favorire anche un modello di accoglienza più umano, all’interno di famiglie pronte a ospitare”. Un modo per promuovere la solidarietà tra le persone: “Per questa ragione, già durante l’emergenza afghana abbiamo avviato l’iniziativa ‘Una stanza per una donna afghana’, per garantire una camera della propria casa a una donna in fuga dal regime talebano”, aggiunge la presidente.

“Oggi abbiamo riattivato quella rete attraverso una call online a cui hanno risposto più di 60 famiglie – sottolinea Cappellini -. Chiediamo loro di sostenere le spese di vitto e alloggio per circa 3 mesi, mentre noi garantiamo assistenza, supporto logistico e organizzativo, unitamente a una mediazione linguistica e culturale in caso di necessità”. Mentre Yana e i suoi figli vogliono subito imparare l’italiano e rendersi indipendenti, sono state già programmate le prossime accoglienze di profughi ucraini.

“In questi giorni inseriremo una nonna di 82 anni, sua nipote di 13 e la mamma di 40 in una famiglia di Castiraga Vidardo (Lodi) – spiega la presidente della cooperativa -. Il 18 aprile una donna incinta al sesto mese con sua figlia di 20 anni verranno inserite in una famiglia residente in Città Studi, a Milano, e infine a maggio una famiglia residente in piazza Cinque Giornate, sempre nel capoluogo lombardo, accoglierà una mamma con il figlio di 13 anni”.

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