Politecnico di Milano, indagine interna sul prof cinese che ha “negato”

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“W., ti devo dire una cosa, ma ti parlerò in cinese”. Guarda dritto nella telecamera del pc il professor Chen Zhen, docente a contratto del Politecnico di Milano, in un collegamento online con i suoi studenti che nel giro di poco tempo si è trasformato in un video virale. Chen Zhen, classe 1979, da una decina di anni insegna nel più grande ateneo tecnico italiano, collaborando con il dipartimento di “Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito” e tenendo corsi come quello in Architecture and town in China di quest’anno. Un corso in inglese, lingua che però il docente decide all’improvviso di abbandonare per rivolgersi a uno solo degli iscritti collegati a distanza, “perché questo discorso non riguarda gli altri studenti iraniani”, esordisce.

Tutto nasce da un documento per la tesi consegnato al professore. “Vi ho inviato un modulo da compilare per indicare la vostra nazionalità e il vostro Paese di provenienza – dice a W. guardandolo attraverso il monitor – Ma nella parte inerente alle informazioni personali hai scritto Taipei, Taiwan”. Chen Zhen va dritto al punto: “La prima cosa che vorrei esplicitare è che tutta l’Unione Europea considera Taipei una parte della Repubblica popolare cinese. Dovresti sapere che nessun Paese europeo e la maggior parte dei Paesi del mondo riconosce pubblicamente Taiwan come una nazione indipendente”.  Va avanti: “La seconda cosa è che il vostro Paese non dichiara l’indipendenza di Taiwan. Puoi verificare nella vostra costituzione”. Perché “Taiwan è soltanto una regione, non una nazione indipendente”, sottolinea. La lezione per W prosegue: “Capisco molto la tua generazione la vostra educazione vi porta ad avere un’identità nazionale diversa rispetto alla nostra. Ma sia dal punto di vista dell’Unione Europea che da quello della vostra costituzione non è mai stato il nome di una nazione indipendente”. Nel video si sente solo la sua di voce. E “vorrei che tu capissi questa cosa dal punto di vista della legge”, sostiene. Per poi concludere: “Il vostro governo può fare giochi di parole e ingannare il popolo”. Ma Taiwan, ribadisce, non è indipendente.

Le parole e l’atteggiamento del professore sono state reputate da molti inopportune non solo fra i commenti in rete, ancor più in un momento incandescente come questo non solo sul fronte diplomatico. C’è chi in l’ha definito un “bullo accademico”, chi “intimidatorio” e ha chiesto al Ministero dell’Università e della Ricerca di prendere provvedimenti. Nel frattempo, il Politecnico ha fatto sapere di avere aperto un’indagine interna: servirà a verificare il rispetto del Codice Etico e di Comportamento da parte del professore.

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