Le scuole di Milano aprono le porte ai bambini ucraini: “Abbiamo già 200

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Il sindaco Beppe Sala l’ha definita una “buona notizia”. Perché aver “già inserito nelle scuole i bambini” è il segno che, sul fronte dell’accoglienza dei profughi ucraini, Milano “sta lavorando bene”. E, soprattutto, per chi è dovuto fuggire dalle bombe è un primo, piccolo, tentativo di ritorno alla ‘normalità’. In pochi giorni, fino al 10 marzo, all’Ufficio scolastico territoriale di Milano sono arrivate “circa 200 richieste di inserimento nella scuola primaria e secondaria”.  Lo ha spiegato la referente dello stesso Ufficio, Laura Stampini. E i numeri sono destinati a crescere rapidamente: circa il 44% dei profughi arrivati finora a Milano e provincia – 5mila – e in Lombardia -11mila – sono minorenni. 

 

La maggior parte delle richieste arrivate riguarda scuole di Milano. Stiamo parlando – per il momento – di bambini e ragazzi dai sei anni in su. Il Comune, infatti, al momento non sono arrivate domande per i nidi e gli asili. Ma questo è soltanto l’inizio e Palazzo Marino è comunque pronto ad accogliere i più piccoli (questa la mail per le richieste: ed.infanziaiscrizioni@comune.milano.it).

“Inizialmente, abbiamo ricevuto circa 200 richieste – ha spiegato all’agenzia Agi Stampini – attraverso un indirizzo mail che avevamo messo a disposizione. Poi ci siamo organizzati con una struttura un po’ più organica. Abbiamo una rilevazione in atto, per cui i sindaci inseriscono direttamente i dati in loro possesso. Per avere un quadro complessivo, questa possibilità verrà presto data anche alle scuole”.

I canali di contatto, infatti, sono diversi: “C’è chi si rivolge direttamente agli istituti per chiedere l’iscrizione, chi va in Comune, chi manda mail. Si è dunque sentita l’esigenza di creare una piattaforma per “accompagnare coloro che sono più disorientati”, ha spiegato la referente dell’Ufficio scolastico territoriale. “I sindaci – ha continuato – non possono collocare i ragazzi nella scuola, ci segnalano una necessità e interveniamo per orientare sulla sede di prossimità o su quella migliore”. L’Ufficio scolastico ha istituito anche un tavolo di confronto con i Comuni, l’Ats, la prefettura e i Poli Start, cioè i 4 poli territoriali contro la dispersione scolastica, in rete con scuole cittadine, che hanno esperti in intercultura per promuovere l’accoglienza delle famiglie straniere. “C’è un lavoro di squadra con il coinvolgimento della prefettura per garantire il pieno inserimento scolastico” aveva spiegato il vice prefetto vicario Natalino Manno.

Per accogliere nelle classi i giovani ucraini sarà necessario superare l’ostacolo della lingua. In questo caso, ha spiegato ancora Stampini, “Sono previste azioni, già attive per altre situazioni di inserimento di…

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