Un nuovo business plan per le Olimpiadi invernali 2026

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Con la fine dello stato di emergenza legato alla pandemia si torna a parlare di Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina, che si profilano abbastanza complicate dal punto di vista logistico, essendo divise fra tre Regioni, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige. A breve sarà pronto il nuovo business plan, per rivedere costi e incassi. Il prossimo cda della Fondazione Milano-Cortina si terrà a novembre.

Intanto una decina di giorni fa i commissari del Cio sono stati a Milano e nelle sedi delle future gare, dando un parere positivo sull’andamento dei preparativi. Ripartirà anche la “caccia” agli sponsor, che dovrebbero contribuire a rendere sostenibile il bilancio del Giochi, e a mantenere, per quanto possibile, l’impegno di rendere l’evento a costo zero per il pubblico. Si tratta ovviamente di uno slogan efficace ma parziale, visto che se l’evento sarà sì realizzato con le risorse del Cio e coperto con sponsor, biglietti, merchindising e altri servizi (tra cui affiti di luoghi e strumenti informatici per esempio), per quanto riguarda le infrastrutture necessarie per lo svolgimento delle gare, le Regioni Veneto e Lombardia dovranno comunque garantire la metà degli investimenti, che per ora rimangono all’interno di una cifra relativamente bassa, 380 milioni, tra pubblico e privati.

Ricapitoliamo le cifre dell’evento. Nel dossier di candidatura veniva indicato un investimento complessivo di 1,340 miliardi. La cifra è già salita nel frattempo a circa 1,5 miliardi, per una rivalutazione dei costi, tra cui quelli legati alla comunicazione e alla promozione.

Il Cio investirà 540 milioni (più altri 400 milioni di dollari circa in servizi); 550 milioni arriveranno, secondo le aspettative attuali, dagli sponsor; 200 milioni dalla vendita dei biglietti (cifra già ridimensionata di 50 milioni dopo la pandemia); 50 milioni arriveranno dal merchandising; 200 milioni dagli eventi collaterali. Ovviamente, in base al dossier, gli enti locali e regionali garantiscono in caso di buchi al bilancio. Sarà da valutare se gli obiettivi fissati saranno raggiungibili per quanto riguarda biglietti e sponsor, dopo la pandemia.

Poi ci sono gli impianti per le infrastrutture sportive. Si parla appunto di un capitolo da 380 milioni, che potrebbero aumentare se si considera che alcuni impianti avranno bisogno di un intervento maggiore rispetto a quello previsto inizialmente. Per esempio la pista da bob a Cortina, che potrebbe aver bisogno di 70 milioni per la ristrutturazione, a carico della Regione Veneto.

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