Gianni Bugno, la 5S Pavone, il leghista Bastoni: ecco i bocciati famosi delle

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Milano si è “degrillinizzata”. Nessun esponente del M5S entra in Consiglio comunale: il Movimento in città arriva solo al 2,7 per cento, un flop che lascia senza seggio anche la candidata sindaca (indicata dall’ex premier Conte), la manager Layla Pavone, scelta pochi mesi fa al posto della capolista Elena Sironi, che era stata indicata invece dagli attivisti (ma che, comunque, mette in tasca appena 299 voti). Fuori dall’aula anche l’altro candidato che – forse soltanto nelle bolle social – sembrava dover togliere voti al centrodestra: il fondatore di Italexit Gianluigi Paragone, dopo una campagna dagli urlati toni No Vax e No Green Pass, si ferma con le sue due liste al 2,9 per cento (è il 3 la soglia per avere rappresentanza in aula) e dice: “Mi mancano 54 voti. Siamo fermi al 2,99% e abbiamo visto una strana anomalia di discesa della nostra percentuale. Quindi, se non ci viene riconosciuto il nostro risultato, chiederemo il riconteggio”.

Sono alcuni dei grandi esclusi nella nuova geografia dell’aula milanese. Non solo i soli. Perché come spesso accade ci sono nomi che fanno da richiamo nelle liste, ma poi nell’urna restano senza sufficienti crocette. E nomi magari storici che, dopo anni di aula, non vengono riconfermati.

Nel centrodestra restano fuori volti noti. Tra gli aspiranti consiglieri comunali a sostegno del candidato, battuto, Luca Bernardo, la Lega aveva schierato come già in passato Max Bastoni, consigliere molto vicino a Salvini, noto per le sue posizioni tra razzismo (anni fa i suoi manifesti elettorali avevano lo slogan “Bastoni contro l’immigrazione”) e omofobia, tanto da essere citato da Fedez sul palco del Primo Maggio. Fuori Bastoni e fuori anche Antonio Barbato, l’ex comandante della polizia locale sostituito nel 2017 da Sala dopo le polemiche per essere finito in alcune intercettazioni della Dda di Milano che, da allora, sta conducendo una battaglia giudiziaria e mediatica contro il sindaco e il comandante che l’ha sostituito Marco Ciacci. Escluso anche Gianmarco Senna, consigliere regionale, ristoratore e fedelissimo del leader Matteo Salvini. Male anche Giuseppe Maiocchi, il gioielliere-giustiziere di via Ripamonti che nel 2004 durante un tentativo di rapina uccise un ladro e l’attrice e giornalista Terri Schiavo. Forza Italia perde una presenza storica in Consiglio: fuori Fabrizio De Pasquale, uno dei tre capilista superato in preferenze da Alessandro…

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