La sociologa Calloni sui no-vax: “Sono movimenti anti-istituzionali e

Prima certezza: “Non si tratta purtroppo di episodi isolati, ma della formazione di nuovi movimenti anti-istituzionali”.
Marina Calloni, docente di Filosofia politica e sociale all’Università Bicocca, di manifestazioni di dissenso ne ha studiate molte, ma, dice, “qui siamo di fronte a qualcosa di diverso”.

Assalto a gazebo M5S, otto ‘no vax’ indagati. Di Maio: “Tutti i partiti prendano distanze”. Pd: “Atto incivile”. Conte: “Gravissimo”

di

Alberto Custodero

29 Agosto 2021

Cioè?
“Non si tratta di qualcuno che lotta contro le istituzioni per migliorarle, o che manifesta per difendere un diritto di categoria o un interesse economico-sociale, ad esempio, ma di qualcuno che le stesse istituzioni vuole distruggerle. C’è un tema di diritto alla salute pubblica che contrasta con l’idea che queste persone hanno di una libertà a cui vengono posti dei limiti”.

I no- vax si sono scagliati con violenza contro un gazebo del Movimento Cinque Stelle. È un caso?
“Stiamo parlando di una formazione politica che da movimento si è trasformata in partito di Governo. I Cinque Stelle sono diventati parte delle istituzioni ed è come se chi li ha aggrediti li reputi responsabili di una sorta di tradimento per aver cambiato strada”.

Perché questa escalation di aggressioni?
“La galassia no-vax è molto ampia e si fa strada con tre argomenti principali: la paura del vaccino, le teorie negazioniste e complottiste, la ribellione contro le istituzioni che mortificherebbero le libertà individuali. L’episodio di sabato rientra in quest’ultimo caso. Questo genere di mobilitazione, poi, viene amplificata in maniera esponenziale dai social media che aumentano il disagio tramite le bufale ed esagitano i convincimenti dei no vax”.

Lei ha fatto parte della task force del Governo Conte per la fase due della ripartenza. Vi aspettavate simili episodi?
“Ci era molto chiaro il fatto che il post-pandemia sarebbe stato caratterizzato da una forte crisi sociale, causata anche dalla nascita di nuove fragilità e vulnerabilità. Disagi economici, ma anche fisici e psichici. Io, in quel periodo, rientravo dagli Stati Uniti e avevo capito che l’onda lunga delle proteste dell’America trumpiana sarebbe arrivata anche qui da noi”.

Esiste un “profilo sociologico” di questi manifestanti?
“No, è un fatto intergenerazionale e che non fa differenze di genere. Questi esagitati sono sia uomini che donne e hanno un’età che va prevalentemente dai trenta-trentacinque anni ai sessanta. È sorprendente come i più giovani, invece, siano i più estranei a questo tipo di manifestazioni. Si tratta di un fenomeno che va studiato molto attentamente per capire come intervenire”.

Ecco, che cosa va fatto per arginare questi fenomeni?
“Vanno messe in campo diverse azioni, naturalmente non solo di ordine pubblico. Bisogna intercettare tutte le forme di disagio attraverso una rete capillare di presidi sul territorio per la prevenzione di questo tipo di…