Basket, finali scudetto: l’Armani si sveglia troppo tardi tradita dai tiratori

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Il film già visto ha un finale diverso. L’Armani che annaspa – ma poi rimonta – in Gara 1 lascia il posto a questa versione nervosa e irretita dalle mosse di Djordjevic. Che sgonfia gli esterni di Messina, chiude l’area, gestisce i vantaggi e si gode il suo attacco talentuoso e corale, che ha molto dai gregari e dai lunghi oltre che dalle stelle Teodosic e Belinelli. Sorpresa subito, 0 a 1 in una finale che si annuncia succosa. Specie se i Delaney e Shields (disastrosi) non reagiranno, se la panchina Olimpia non salirà di colpi, a meno che Messina peschi dagli esclusi: Roll, Micov e Tarczewski. Ma al posto di chi? Lunedì sapremo.

 

 

PRIMO QUARTO (19-23) : come contro il Bayern Monaco e Venezia, l’Olimpia attacca Gara 1 col fiato corto. Due minuti per godersi un bel Datome contro Belinelli (6-0) e poi è la Segafredo che ingrana le marce alte, con circolazione di palla lucida e difesa aggressiva su Delaney e Shields. Weems e Ricci sono i protagonisti a sorpresa per la V, Teodosic sale dalla panchina e piazza subito 7 punti di classe (13-20), ancora Datome e i rimbalzi d’attacco  sono le uniche armi per l’Armani, che tira con un misero 29% complessivo, contro il 58%

 

SECONDO QUARTO (20-25) : i problemi di falli di Hines e Biligha inducono Messina a giocare con Leday da centro, senza frutto. La Virtus costruisce triple per Abass e Ricci (21-31), soffre un po’ il primo passaggio di difesa a zona 3-2 ma Djordjevic sa adeguare i suoi quintetti piccoli, senza che gli ospiti perdano di aggressività. Un gol di Leday da tre riporta Milano a meno 7 ma la Segafredo vola con i suoi bomber Teodosic e Belinelli (34-48 al 19’), prima che Rodriguez trovi il jolly del meno 9 all’intervallo. La differenza in qualità (30% contro 62% al tiro, 5 assist contro 17, 1 stoppata a 4) è lampante. Così come il terrificante arbitraggio che spezzetta sempre il gioco e inverte un fischio su due.

 

TERZO QUARTO (14-19) : torna Punter, ma fa male solo dalla lunetta. In compenso, spariscono dal campo Shields, che si impasta contro le trappole della V, e Delaney che perde palloni in serie e abbassa le braccia. Così la Segafredo può volare sul 42-59 sulle spalle dei lunghi Alibegovic e Hunter, Rodriguez e Hines provano a suonare la carica ma l’Armani non fa canestro da tre proprio mai. Deve risalire dal 46-64 del 25’, rosicchia solo tre punti all’ultima pausa. Il 36% da due e il 20% da tre sono mortificanti.

 

QUARTO QUARTO (24-16) : lo squillo di Teodosic (55-70) sembra annunciare un comodo finale per la Segafredo. Invece reagisce Milano, con cinque minuti di difesa ruggente e le folate di Rodriguez (sempre lui) e Leday, che firma in schiacciata solitaria il 70-72 al 36’. Tutto riaperto? Ci pensano i veterani Markovic e Belinelli a ridare fiato alla Virtus e Teodosic a…

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