Quando la regina Elisabetta e il principe Filippo vennero a Milano. E Muti
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E’ il 18 ottobre del 2000, la regina Elisabetta è alla Scala. Accanto a lei, come in tantissime visite ufficiali compiute in 70 anni di matrimonio, c’è il principe Filippo scomparso oggi a 99 anni. Dal Palco Reale assistono al concerto in onore della sovrana, dirige l’orchestra il maestro Riccardo Muti. Lei è in azzurro chiaro, spilla e guanti bianchi, il duca di Edimburgo in abito scuro e cravatta grigia. Prima risuona “God save the Queen”, poi l’Inno di Mameli. Il pubblico è in piedi, applausi lunghi fino a cinque minuti. Per la sovrana è la seconda volta al Piermarini, la prima risale al maggio 1961. Nel palco insieme a loro ci sono i ministri dell’epoca, Patrizia Toia ed Enrico Letta, c’è Umberto Veronesi, il prefetto Ferrante, il governatore Formigoni, la presidente della provincia Ombretta Colli, il sindaco Gabriele Albertini e l’ambasciatore inglese.
Tanti gli applausi per la regina. Anche fuori dalla Scala, i milanesi aspettano che il concerto sia finito per vederla. L’orchestra diretta dal maestro Muti dentro esegue “In the South” dell’inglese Edward Elfar e “I pini di Roma” di Ottorino Respighi.
Alle 20,16 la musica è finita. La sovrana si alza, saluta con la mano e la platea ricambia ancora con applausi scroscianti. Poi la coppia viene accompagnata nel camerino del maestro per un colloquio privato e va in scena un aneddoto curioso che sarà raccontato in seguito proprio da Muti. A fine spettacolo – riportò – “la regina aveva espresso il desiderio di conoscermi in un colloquio riservato nel mio ufficio. Mi sono messo davanti alla porta, sentivo che era arrivata, era bellissimo”. E aggiunse “il tappeto del mio ufficio copriva un piccolissimo gradino davanti alla porta e mi sono ricordato che molte persone entrando come si dice a Ravenna ‘scapuzzavano’. In quel momento ho pensato allora alla regina, e come lei è entrata ho semplicemente detto ‘watch your step’. Lei allora ha fatto un grande sorriso, si è sentita immediatamente a suo agio, e si è rotto il rigido protocollo di Buchingham Palace”.
I reali inglesi dovevano fermarsi sette minuti, si trattennero per quasi venti in quel camerino. Fu il momento più significativo del soggiorno milanese di Elisabetta e Filippo, che si concessero anche un bagno di folla insieme all’allora sindaco Gabriele Albertini.
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