Facebook oscura per “odio razziale” la pagina della Libreria antifascista
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La pagina Facebook di una libreria dichiaratamente antifascista bloccata per “istigazione all’odio” per aver pubblicato l’immagine di una svastica: vittima di quella che ha il sapore di un’autentica beffa è Colibrì, il bar-libreria di via Laghetto a Milano, che oggi si è ritrovato privo di un fondamentale canale di comunicazione con i lettori.
L’algoritmo del social network ha oscurato il profilo a causa di un post che ha “violato gli standard della community”: si tratta della denuncia che lo staff di Colibrì aveva pubblicato lo scorso maggio, quando ignoti vandali avevano imbrattato il bagno del locale con svastiche e frasi inneggianti a Hitler.
“All’epoca avevamo pubblicato le foto dell’accaduto per chiedere ai clienti di aiutarci a nascondere quei simboli d’odio colorando le pareti con dei gessetti che avevamo messo a disposizione – spiega la libraia Arianna Montanari – Mesi dopo l’algoritmo ha intercettato l’immagine di una svastica sulla nostra pagina e l’ha bloccata, cancellando così di fatto sei anni di lavoro e circa 20mila follower, che non potremo purtroppo recuperare dall’oggi al domani”.
Un colpo particolarmente duro da incassare in un momento come quello attuale, con la Lombardia in zona rossa e tutte le interazioni con la clientela trasferite sul web.
“Per noi Facebook è uno strumento di vitale importanza – continua Montanari – È così che comunichiamo con le persone, dando informazioni sul nostro servizio di consegna a domicilio e di spedizione dei libri e organizzando presentazioni letterarie online”.
Da qui la decisione di lanciare un appello perché “la pagina ci venga restituita quanto prima. Finora è stato impossibile interloquire con una qualunque persona fisica, continuiamo a sbattere contro un muro fatto di risposte automatiche e non riusciamo a far valere i nostri diritti – sottolinea la libraia – Questo ci fa sentire impotenti, anche perché quello che è successo è paradossale: la foto della svastica era stata pubblicata proprio per condannare il gesto e lanciare un messaggio di tolleranza. Esattamente l’opposto dell’istigazione all’odio”.
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