-24% e 1 miliardo bruciato, mercato scettico sul piano di rilancio

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Le azioni Telecom Italia sono crollate in Borsa fino a chiudere con una perdita del -23,79%. In una seduta è andato perso circa 1 miliardo di capitalizzazione. Il gruppo ha presentato il nuovo piano, che però non è bastato a rassicurare gli investitori.




Crollano le azioni di Telecom Italia SpA

Quello presentato è il primo piano del gruppo telefonico senza la proprietà della rete fissa. Rete che entro l’estate passerà al consorzio guidato dal fondo Usa KkrSparkle continuerà a restare nell’area Telecom.

L’obiettivo, espresso dall’amministratore delegato Pietro Labriola, è quello di vendere la rete fissa così da permettere a Tim di “muoversi sul mercato con minori vincoli finanziari e regolatori e con un focus maggiore sulle componenti industriali”.




L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola.

Tim specifica che nonostante la vendita, rimarrà “l’operatore di tlc più infrastrutturato in Italia e continuerà a investire sulla propria rete mobile, accelerando lo sviluppo del 5G, contando sul più ampio spettro di frequenze e sulla più vasta rete di trasporto dati del Paese, e sullo sviluppo del proprio ecosistema tecnologico, composto fra l’altro da un’ infrastruttura di 16 data center dislocati su tutto il territorio nazionale”.

Cosa c’è nel piano Telecom

Il piano arriva al 2026 e prevede una crescita media annua dei ricavi del +3% per la società dei servizi, dopo il distacco della rete. Per Tim domestica la crescita prevista è del +2% annuo. Andando sul concreto, i ricavi stimati partono dai 10 miliardi iniziali del 2023 per arrivare ai 10,7 miliardi.




Lo scetticismo del mercato

Secondo gli osservatori gli obiettivi di crescita sono troppo alti, il mercato è agitato e Tim, viene fatto notare, ha perso clienti.

L’ad Pietro Labriola durante il Capital Market Day ha parlato di “un traguardo raggiungibile”. Gli fa eco il direttore finanziario Adrian Calaza: “Non è un piano aggressivo, è un piano sfidante ma se faremo gli sforzi che dobbiamo fare ce la faremo”.

L’azionariato di Tim è composto dalla francese Vivendi per la sua quota di maggioranza, pari al 23,75%; ci sono poi Cassa depositi e prestiti (SpA controllata dal Ministero dell’Economia) con il 9,81% e il Gruppo Telecom Italia (0,69%).




Il resto delle azioni sono frammentate fra investitori istituzionali italiani (3,75%), investitori istituzionali esteri (44,20%) e altri azionisti (18,80%).







Fonte foto: IPA



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