A che cosa serve la coda dei cani? “Parlare”

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Noi umani non lo sappiamo perché l’evoluzione ce l’ha portata via centinaia di migliaia di anni fa, ma la coda è un’appendice utilissima e multifunzionale, che può essere utilizzata per una grande varietà di compiti diversi: ci sono code prensili e code usate come timoni durante il volo, code che servono come arma di difesa o di seduzione e code che fungono da terza gamba.

Molti carnivori in particolare la usano per essere più agili e “manovrieri” durante gli inseguimenti: è anche il caso dei cani, che sono i carnivori che conosciamo meglio? Finora non avevamo una risposta sicura alla domanda. Risposta che arriva ora grazie a uno studio pubblicato (per ora solo in pre-print e in attesa di peer review) su bioRxiv, e che, sorprendentemente, è negativa.

Coda tuttofare. Sappiamo già da tempo che la coda dei cani svolge una serie di funzioni molto evidenti, e legate alla vita sociale di questi animali: è un mezzo di comunicazione molto efficace e visibile, in grado di comunicare un’ampia gamma di emozioni diverse a chi sa interpretarlo. E sappiamo anche che molti carnivori usano la coda per tutt’altre funzioni: il ghepardo, per esempio, la usa per cambiare direzione più velocemente e stabilizzarsi durante il salto, e molte specie la usano quando scalano gli alberi, per aggrapparsi ai rami oppure come contrappeso.

Come la maggior parte dei canidi, però, il cane non sa arrampicarsi: finora pensavamo quindi che usassero la coda come fanno gli altri predatori terrestri. Per confermare (o smentire) questa ipotesi, il team del Max Planck Institute che ha condotto lo studio ha usato un’enorme mole di dati relativa al movimento dei cani e l’ha usata per costruire 25 modelli di altrettante razze canine, che sono poi stati messi alla prova facendoli correre o saltare, modificando di volta in volta la posizione della coda.

così mi spiego meglio! Il risultato di questa analisi comparata è sorprendente: non importa quanto sia grande la coda di un cane, durante salti e corse la sua posizione non ha alcun effetto sulla prestazione dell’animale, che riesce a mantenere la sua stabilità indipendentemente da come si muove l’appendice.

Queste conclusioni suggeriscono quindi che la coda dei cani non abbia alcun effetto sulla loro capacità di correre e saltare. D’altra parte, la coda non è statica, ed è capace di movimenti rapidi e molto complessi: secondo gli autori dello studio è perché, nel corso dell’evoluzione della specie, si è adattata per essere principalmente un mezzo di comunicazione, non uno strumento di navigazione.



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