Earthshot Prize: 5 soluzioni per salvare la Terra
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Una piccola serra “in scatola”, da consegnare ai contadini in difficoltà; una plastica ottenuta dalle alghe che si può mangiare; una stufa efficiente per cucinare al chiuso senza soffocare nelle emissioni tossiche; una squadra di ranger indigene per la tutela della Barriera corallina e una tecnica per tramutare in roccia la CO2.
Sono progetti molto diversi ma con due cose in comune: offrono tutti soluzioni molto concrete a enormi problemi ambientali, e sono tutti stati premiati con l’Earthshot Prize, il prestigioso premio ecologico lanciato dal principe William e dal divulgatore e naturalista britannico David Attenborough.
PREMIO PER VINCERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO. La crisi climatica è forse la sfida più grande che l’umanità è chiamata a fronteggiare ed è facile lasciarsi scoraggiare dalle sue ricadute sociali, come gli effetti sulla salute e l’insicurezza alimentare. Ma nella natura degli esseri umani c’è il saper trovare soluzioni intelligenti a problemi complessi, e moltissime persone hanno già sviluppato idee brillanti.
L’Earthshot Prize ne premia cinque ogni anno, ciascuna con un milione di sterline (circa 1.160.000 euro), un investimento che serve a rendere i progetti attuativi e diffonderli su più vasta scala. L’idea è di arrivare a premiare 50 soluzioni nel decennio 2020-2030. Ecco i vincitori dell’edizione 2022, appena conclusa, che si sono distinti nelle cinque categorie in gara (pulizia dell’aria; recupero e protezione della natura; rinascita dell’oceano; vita libera dai rifiuti; azione climatica).
1. Stufe a basse emissioni. Charlot Magayi è nata e cresciuta a Mukuru, uno dei più grandi slum di Nairobi (Kenya). Orfana a 10 anni e madre a 16, ha trascorso la giovinezza respirando i fumi della combustione di legna e carbonio nella cucina di casa, una situazione comune nei Paesi in via di sviluppo che è all’origine di gravi malattie polmonari e causa di oltre due milioni di morti all’anno: per i bambini sotto i cinque anni, essere esposti a queste esalazioni di combustibili solidi è come fumare un pacchetto di sigarette al giorno.
Quando la figlia di due anni è rimasta ustionata dal contatto con una stufa tradizionale, Magayi ha capito di dover fare qualcosa. Tornata a scuola, ha inventato una stazione di cottura a tre strati che riduce il rischio di ustioni ed elimina quasi del tutto i fumi di cottura, mantenendo una temperatura stabile più a lungo e limitando il combustibile necessario. Così è nato il progetto Mukuru Clean Stoves: queste stufe a prezzi accessibili e in metallo riciclato usano il 60% di combustibile in meno e sono già nelle case di 200.000 kenyoti.
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