Camper, ordini per 3,5 miliardi ma fabbriche ferme senza telai

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Il paradosso è servito. Nell’estate della domanda-record di camper e van (i furgonati più piccoli e maneggevoli), ricercati per soddisfare la voglia (aumentata) di vacanze all’aria aperta, la produzione made in Italy si è inceppata per la carenza di un componente fondamentale, il telaio châssis su cui viene montata la «casa viaggiante».

I fornitori – prima di tutto Stellantis e Ford – consegnano a rilento per mancanza dei microchip che azionano la parte elettronica. E così i produttori di camper, da Laika a Mobilvetta, da Giottiline a Elnagh, da Rimor a Mc Louis – concentrati al 90% in Toscana tra Firenze e Siena – in questo agosto assolato sono stati costretti a chiudere le aziende per almeno tre settimane, nonostante abbiano il portafoglio gonfio di ordini. Senza châssis, è impossibile mandare avanti la produzione. Alla riapertura dopo le ferie, la speranza è che le consegne riprendano il ritmo normale. Anche se per adesso regna la prudenza.

Una filiera assai complessa

«In molte realtà è aperta la richiesta di cassa integrazione per l’ultima settimana di agosto e la prima settimana di settembre – annuncia Iuri Campofiloni, responsabile Camperistica toscana di Fiom-Cgil -. È una fase davvero complicata da gestire, sia sul fronte sindacale che imprenditoriale. Se consideriamo che un camper è fatto da 3.500-4.000 componenti realizzati da fornitori esterni, dalla domotica alle luci, dagli elettrodomestici alle finestre, diventa difficile organizzare una filiera come questa».

Alla Laika di San Casciano Val di Pesa la terza linea produttiva, quella dei van inaugurata meno di un anno fa, starà ferma fino alla fine di settembre per mancanza di telai: «Attiveremo la cassa integrazione – spiega l’amministratore delegato André Miethe – il portafoglio ordini è buono ma le forniture di telai no. Speriamo che in ottobre si possa riprendere a lavorare, e speriamo che al massimo nel gennaio 2023 si torni alla normalità». Laika nell’ultimo anno fiscale ha prodotto 4.300 veicoli, con un calo produttivo di circa il 10% e un fatturato in crescita per l’aumento dei prezzi e lo spostamento su target più alti.

Associazione produttori: «Stiamo perdendo un’occasione»

Ma l’impossibilità di far fronte agli ordini è una ferita che brucia. «Stiamo perdendo un’occasione incredibile – spiega Simone Niccolai, presidente dell’Associazione produttori camper (Apc) e amministratore delegato della Luano Camp di Poggibonsi (130 milioni di fatturato 2022, +14%) – perché col Covid tante persone si sono avvicinate al mondo del camper e tutte le aziende hanno un portafoglio ordini ben nutrito che purtroppo non riescono a evadere per carenza di materiali». Rispetto ai mesi scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 7 settembre 2021) le criticità si sono attenuate su legno, vetri, elettrodomestici e restano pesanti soprattutto sugli châssis.

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