Nuova fabbrica Usa per Beretta: «Contattati per Wall Street»

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Dopo diciotto acquisizioni in meno di trent’anni anni e la conquista ieri della svizzera Ruag Ammotec, che fa balzare i ricavi del gruppo da 958 milioni a 1,5 miliardi, Beretta Holding annuncia una nuova fabbrica negli Usa, altri 500 milioni di investimenti e, nel medio termine, nuove acquisizioni. «Il progetto è di fare crescere e consolidare il polo privato della difesa, un gruppo europeo familiare con origine italiana», spiega Pietro Gussalli Beretta, presidente e amministratore delegato di Beretta Holding, che gestisce il gruppo con il fratello Franco. Anche perché la guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario del settore: «I principali Paesi europei e non oggi premono per avere sui propri territori produzioni della difesa e noi, dove possibile, intendiamo assecondare queste istanze».

Insomma, è in atto un nuovo processo di trasformazione di una delle più antiche società del mondo. Il gruppo Beretta che fabbricava armi quando Michelangelo non aveva ancora messo mano ai pennelli del Giudizio Universale non ha esaurito in oltre 500 anni la spinta espansiva e, con un utile 2021 in crescita del 56% e una posizione finanziaria netta positiva dopo l’acquisizione di Ruag Ammotec, accelera il processo di internazionalizzazione e di aggregazione della filiera europea: «Il mercato della difesa fattura 350 miliardi a livello globale, la competizione è forte in tutti i segmenti e le dimensioni sono cruciali anche per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. In questo contesto Beretta holding è un polo aggregatore e può fare leva sulla leadership mondiale nelle armi portatili leggere, nei prodotti ottici e nelle munizioni», spiega Gussalli Beretta. «I prossimi anni saranno determinanti nel nostro progetto di sviluppo».

Oggi completate l’acquisizione della svizzera Ruag Ammotec, con quali prospettive?

Per noi è un’operazione trasformativa che consente a Beretta Holding di riequilibrare il peso sull’Europa dopo l’importante crescita e gli ingenti investimenti fatti negli Stati Uniti e di arrivare a circa 1,5 miliardi di fatturato e 6mila dipendenti, con un balzo dell’Ebitda a 300 milioni rispetto ai 216 milioni del bilancio appena chiuso. È la maggiore acquisizione nella difesa realizzata da un gruppo privato a controllo familiare e cambia le nostre prospettive di crescita. L’operazione, con il gruppo che manterrà tutti gli stabilimenti di Ruag Ammotec, è complementare sul fronte dei ricavi e dei prodotti: entriamo nel settore delle munizioni con un ruolo di leadership europea e possiamo sviluppare le vendite di Ruag Ammotec attraverso la nostra rete globale, con opportunità di crescita importanti in particolare negli Stati Uniti e nei mercati extra europei.

Che numeri di crescita vi attendete?

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