Due italiani su tre «colpiti» dalle fake news sul conflitto russo-ucraino
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Il ruolo di amici e influencer
Non va poi trascurato il bisogno di semplificazione della realtà e di rassicurazione. Il 45,5% degli italiani, con valori che salgono al 51,6% tra chi ha al massimo la licenza media, di fronte alla confusione informativa cui è esposto, preferisce affidarsi a fonti informali di cui si fida, quindi ad amici, parenti, conoscenti incontrati di persona o sui social senza doversi chiedere se le notizie che trova, condivide, commenta siano vere o no e, soprattutto, senza mai doversi confrontare con chi ha idee diverse dalle proprie
I rischi per i «nativi digitali»
Il 51% degli italiani e il 53% degli europei esprimono la propria preoccupazione per i rischi che il digitale può avere sulla sicurezza e il benessere dei minori. Oggi è praticamente impossibile tenere lontani i minori dal web, che è parte della loro quotidianità, per cui bisogna concentrare gli sforzi per informarli e tutelarli dai possibili rischi cui possono andare incontro. Il 19,2% della popolazione adulta (che sale al 21,5% per chi vive in famiglie con figli) ritiene che i genitori debbano vietare ai minori di 14 anni l’accesso ad internet. Più morbida la posizione del 31,7% (28,7% nelle famiglie con figli), che pensa che quando i minori di 14 anni navigano in rete debba esserci sempre la presenza di un adulto. Sul fronte opposto, il 5,2% degli italiani è convinto che in una vita che si è sempre più spostata sull’online.
Il ruolo delle agenzie di comunicazione
Per frenare disinformazione e fake news occorre attuare regole più severe per piattaforme e social media, programmi di educazione al digitale e promozione di una comunicazione di qualità gestita da professionisti. Le emergenze insegnano che la capacità di comunicare è essenziale per gestire le crisi e ottenere un rapporto di collaborazione e di fiducia fra cittadini e istituzioni. C’è bisogno di professionisti che guidino le aziende e le istituzioni nella comunicazione. Il loro ruolo è fondamentale per combattere fake news e disinformazione. Nel 2021 in Italia sono attive 4.445 agenzie di comunicazione e pubbliche relazioni, al cui interno lavorano 8.290 professionisti, per una media di circa due addetti per ciascuna agenzia
L’inevitabilità di web e social
Per Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, «con il Covid prima, con la guerra poi web e social sono entrati a pieno titolo all’interno dell’ecosistema dell’informazione, e ci resteranno anche nel futuro. I professionisti dell’informazione devono prenderne atto e cercare i modi per influenzare positivamente il web che è e deve rimanere uno strumento di libertà e di democratizzazione».
Il bisogno di fonti affidabili
Per Domenico Colotta, Founder di Ital Communications, «Il Rapporto Censis-Ital Communications, anche nell’edizione di quest’anno, rileva che in campo informativo siamo in presenza di un’infomedia comunicativa che genera confusione e ansia, avendo la meglio sulla corretta informazione. In questi mesi, infatti, riguardo il conflitto russo-ucraino, possiamo parlare di comunicazione di guerra e non di informazione sulla guerra». «In tale contesto – ha spiegato Attilio Lombardi, Founder di Ital…
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