Peste suina, primi due casi di infezione nei maiali d’allevamento
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Il ritrovamento in un piccolo allevamento della zona rossa del Lazio. Il commissario straordinario: al via rapidamente gli abbattimenti
di Micaela Cappellini
Primi casi di positività da peste suina sui maiali. A individuarli, in un piccolo allevamento della zona rossa del Lazio, sono stati i servizi veterinari della Asl, secondo quanto confermato dall’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Da quando l’epidemia è scoppiata in Piemonte e in Liguria, lo scorso gennaio, finora la peste suina era stata riscontrata soltanto nei cinghiali selvatici. Il ritrovamento degli esemplari malati imporrà un cambio di passo nella strategia per il contenimento del contagio: «Ora provvediamo ad abbattere velocemente tutt’attorno», ha fatto sapere il Commissario straordinario all’emergenza peste suina, Angelo Ferrari. «Adesso zona rossa e zona di infezione verranno tutte riviste», ha aggiunto.
Soprattutto, i due casi di peste suina – che è spesso letale per gli animali ma non è trasmissibile agli esseri umani – mettono a rischio i quasi 50mila maiali allevati nel Lazio. «Ora è necessario intervenire con la modifica immediata dell’articolo 19 della legge 157/1992 – scrive la Coldiretti – semplificando le procedure per l’adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e il rafforzamento delle competenze dell’ufficio commissariale. Il rischio è che l’emergenza si allarghi e che siano dichiarate infette le aree ad elevata vocazione produttiva, con il conseguente pregiudizio economico che potrebbe discendere per la filiera agroalimentare e l’occupazione in un settore strategico del made in ltaly»
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