Fenni: «Giusto andare a Mosca e aprire gli stand alla Fiera della calzatura»
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«Siamo contrari alla guerra e non siamo degli sciacalli: la verità è che con queste nuove sanzioni alla Russia siamo tornati indietro al marzo di due anni fa, durante il periodo più duro del lockdown, e di fronte alle nostre istanze di ristori e di ammortizzatori sociali il governo non ci ha dato alcuna risposta, non sta prendendo seriamente le nostre richieste, anche se è evidente cosa possa significare indebitare ancora di più il nostro Paese». Valentino Fenni, vicepresidente di Assocalzaturifici, difende la scelta di 48 imprese italiane (31 provenienti dal distretto Fermano-Maceratese, ndr.) di aprire gli stand all’Obuv Mir Kozhi 2022, la fiera internazionale della calzatura aperta fino a venerdì a Mosca.
Avete bypassato le sanzioni…
Non abbiamo violato alcuna sanzione e credo che si possa fare ciò che non è espressamente vietato e noi vendiamo scarpe e non armi. Bologna Fiere ha organizzato l’evento e poteva farlo e noi vendiamo prodotti che si possono vendere. Aggiungo che stando fuori da quel mercato significa non lavorare più per mesi, se non addirittura anni.
Era opportuno andare a Mosca?
Forse no, ne siamo consci. Ma Obuv era programmata da tempo e i 31 imprenditori delle Marche hanno potuto contare sul sostegno di Regione e Camera di Commercio. I buyer stanno partecipando alla fiera: confermo che era necessario.
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