Energia: Ue contraria a riduzione tasse, meglio aiuti mirati a famiglie e

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Verso l’Eurogruppo

Lettera ai ministri dell’Economia: «Utilizzare le maggiori entrate fiscali dovute all’aumento prezzi o gli extraprofitti delle società energetiche»

di Giuseppe Chiellino

La Commissione europea è preoccupata per gli effetti che nel medio termine potrebbero avere sugli obiettivi climatici le misure fiscali di emergenza adottate dagli Stati membri per attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia e ritiene che sia più equo ed efficace utilizzare l’aumento di gettito e gli extraprofitti che derivano dall’impennata dei prezzi per aiutare le famiglie e i settori più colpiti anziché procedere con tagli generalizzati del carico fiscale su energia e carburanti. In una lettera inviata lunedì ai ministri dell’economia dei 27, il commissario Paolo Gentiloni ricorda le regole fiscali in vigore e indica tre criteri guida a cui gli Stati membri dovrebbero attenersi: efficacia, coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione ed equità.

Questione di equità

Proprio affrontando il tema dell’equità, Gentiloni afferma che «ridurre la tassazione indiretta non è necessariamente al soluzione più efficace per rendere accessibili le fonti energetiche, soprattutto se i prezzi restano alti a lungo. Riutilizzare invece le maggiori entrate fiscali legate all’aumento dei prezzi oppure i profitti abnormi delle società energetiche può aiutare a finanziare in modo più equo e sostenibile aiuti mirati per le famiglie vulnerabili e per le imprese o per categorie specifiche di utenti dei trasporti». Aiuti che possono essere erogati «sotto forma di assegni o di rimborsi» ma comunque «tenendo bene in mente l’impatto regressivo delle impennate dei prezzi dell’energia» che colpiscono soprattutto i redditi più bassi.

Efficacia e coerenza con obiettivi al 2050

Bruxelles è preoccupata anche per altri due aspetti, l’efficacia delle misure e il rischio che possano essere compromessi gli obiettivi a lungo termine di decarbonizzazione dell’economia europea. «Ridurre le tasse sull’energia è una misura facile da attuare» si osserva nella lettera. Ma dev’essere un intervento temporaneo e mirato. se i prezzi alti dovessero persistere «i benefici per consumatori e imprese sono più incerti». In particolare le riduzioni delle aliquote Iva in passato non sono state così efficaci: «I tagli fiscali – avverte Bruxelles – rischiano di essere compensati da incrementi di tariffe da parte dei fornitori di energia» con danni ancora maggiori per le imprese non energetiche che pagherebbero comunque prezzi più alti ma pagando meno Iva avrebbero minori deduzioni.

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