Pro-Gest, ricavi in crescita del 60% nonostante lo shock energetico

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Pro-Gest chiude il bilancio con una crescita del 60%. Lo comunicano il cda guidato dal presidente Bruno Zago e l’ad Francesco Zago. L’azienda del settore della carta, cartone, imballi e packaging, ha chiuso l’esercizio 2021 con un fatturato pari a 747,1 milioni, il 60% in più rispetto al 2020. Risultato coerente anche per l’Ebitda, che rispetto all’anno precedente presenta un aumento del 16,6% passando da 71,6 milioni a 83,5 milioni. L’attività è ripartita dopo uno stop dovuto alla crisi energetica.

Il presidente Zago ha analizzato gli effetti economici derivanti sia dall’andamento dei costi energetici nel 2021 che dall’improvvisa guerra tra Russia e Ucraina, che ha stravolto nelle ultime settimane il sistema geopolitico mondiale.

«Il Gruppo Pro-Gest, pur avvalendosi di processi produttivi altamente efficienti, impiega grandi quantità di gas naturale e pertanto è soggetto, come peraltro tutta l’industria della carta, alle fluttuazioni dei prezzi energetici sui mercati internazionali che a partire dal secondo semestre 2021 hanno registrato aumenti violenti e repentini: infatti i prezzi del gas a dicembre sono risultati di circa cinque volte superiori rispetto a quelli di inizio 2021. Tale fenomeno si è però ulteriormente aggravato nella prima parte di marzo 2022, registrando incrementi ancora più elevati e tali da risultare di oltre dieci volte superiori rispetto a inizio 2021 e quindi con valori pari a oltre tre volte il costo della materia prima. In questo contesto che risente della crisi in Ucraina ma anche di fenomeni speculativi, il Gruppo ha adeguato la sua politica di vendita all’andamento dei costi energetici, trasferendo progressivamente al mercato gli aumenti subiti al fine di poter garantire alla Gruppo una marginalità economica in linea con le previsioni prefissate dal management. Tuttavia, l’eventuale persistenza di questa situazione, unita a possibili recrudescenze della pandemia, potrebbe portare a scenari futuri di rallentamento della crescita economica e dei consumi».

Il gruppo sottolijnea di non avere fra i suoi clienti società russe o ucraine, quindi non ha investimenti a rischio.

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