Trieste più forte anche delle proteste: resta il primo porto ferroviario in
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Il porto di Trieste non si è mai fermato, neppure nei mesi più duri della pandemia e delle proteste contro l’obbligo del green pass, confermando la sua centralità nel sistema logistico nazionale. E confermando soprattutto che la ferrovia è nel Dna del porto giuliano. Anche nel 2021 Trieste è risultato il primo porto ferroviario d’Italia, con 9.304 treni movimentati (+15,13% sul 2020). Se a questo dato aggiungiamo anche il traffico ferroviario del porto di Monfalcone, con cui Trieste fa sistema, i treni merci movimentati, cioè in ingresso e in uscita da entrambi i porti, superano quota 10mila (per la precisione sono 10.621).
Dato unico in Italia e in Europa
Dice Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità portuale: «Si tratta di un dato unico in Italia e in Europa, che giustifica e sostiene l’importante politica di investimento ferroviario che l’Autorità portuale, Rfi, la Regione Friuli Venezia Giulia e il ministero delle Infrastrutture stanno sviluppando in quest’area anche grazie ai finanziamenti del Pnrr e del fondo complementare». In particolare, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema portuale Trieste-Monfalcone, ha stanziato 416,5 milioni di euro (409,5 milioni per Trieste e 7 milioni per Monfalcone).
Il bilancio delle attività nel 2021
L’Autorità portuale ha diffuso il bilancio dell’attività relativo all’anno 2021. I numeri dicono che il porto di Trieste lo scorso anno ha avviato un forte recupero sul primo anno della pandemia: + 2,23% i volumi totali, con più di 55 milioni di tonnellate movimentate. Inoltre, lo scalo giuliano è tra i leader in tema di sostenibilità su scala europea: già oggi, oltre il 50% dei container e il 41 % dei semirimorchi prendono le vie dell’Europa Centro-Orientale attraverso i servizi intermodali che quotidianamente partono e arrivano da/a Trieste. Un andamento in totale controtendenza rispetto alla media italiana e di altri Paesi europei, se si pensa che la Ue stabilisce di raggiungere per il traffico cargo ferroviario la soglia del 30% entro il 2030, e del 50% entro il 2050. Osserva l’Autorità portuale: «Tutti risultati che rimarcano la forza dell’operatività dello scalo, nonostante i numerosi e pesanti ostacoli apparsi lo scorso anno. Tra di essi, non possono essere sottovalutati gli effetti della perdurante pandemia e le manifestazioni no green pass davanti al varco IV, che hanno limitato l’attività del porto nel mese di ottobre. Nonostante queste difficoltà, l’esito finale rimane largamente positivo e promettente».
La nuova piattaforma logistica di Hhla
Tra i fatti salienti del 2021 si segnalano: l’arrivo della prima nave alla nuova piattaforma logistica gestita da Hhla, operatore terminalistico del porto di Amburgo (marzo); il rafforzamento del collegamento ferroviario con Norimberga (aprile); l’inaugurazione della prima sede di promozione all’estero a Budapest, in Ungheria e la riattivazione del collegamento ferroviario con le stazioni di Servola e Aquilinia (settembre). Questi due scali sono sorti rispettivamente negli anni Trenta e negli anni…
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