La riscoperta delle miniere italiane
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Nichel e cobalto dalle miniere dismesse del Piemonte per la sfida della decarbonizzazione. In Italia la partita si gioca a Usseglio e Balme dove la Strategic minerals, azienda controllata dalla Alta Zinc Ltd, ha ottenuto il rinnovo dei permessi di ricerca per l’esplorazione di cobalto, nichel, rame, argento e metalli associati. Il rinnovo, richiesto dall’azienda mineraria, arriva dopo la scoperta di nuove mineralizzazioni a Balme area adiacente a quelle interessate dal progetto Punta Corna in comune di Usseglio.
Già nel 1750 a Usseglio si etraeva cobalto
«L’idea di operare a Usseglio – premette Marcello de Angelis, geologo e manager del gruppo – parte da un fatto storico: nel 1750 c’era la più grossa miniera di cobalto d’Europa. La materia prima veniva esportata in Germania e utilizzata come pigmento. Poi è stata chiusa e mai più riaperta. Da questa ricerca è nata l’idea, accolta da Alta Zinc, di prendere i permessi per questa iniziativa volta a ricercare cobalto e nichel». Una decisione che guarda anche alla prospettiva con il progressivo inserimento sul mercato di auto elettriche. «Il nichel e cobalto sono le materie basilari per la produzione di migliori batterie, soprattutto alla luce della transizione che vedrà una riduzione dei veicoli a combustione interna e una crescita di quelli elettrici – argomenta –. Un altro elemento favorevole è poi l’annuncio della Italvolt per l’apertura di un centro per la produzione di batterie a Torino».
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Via ai sondaggi
Ora il rinnovo per altri quattro anni dei due permessi e la presentazione della richiesta per effettuare le perforazioni. «Una volta ottenute le autorizzazioni si potrà partire con i sondaggi. Andando in porto l’intero progetto si avrà una miniera senza precedenti – aggiunge –. Una simile è presente solamente in Marocco». Quanto alle risorse messe in campo: «In questa prima fase l’investimento è di circa 2 milioni e mezzo di euro, anche perché una parte dei sondaggi necessita di interventi costosi a iniziare dalla sonda che dovrebbe essere portata a 2.500 metri in elicottero». L’orizzonte del progetto è più ampio e va oltre l’Italia.
Lo scenario internazionale
«L’iniziativa si inserisce in uno scenario internazionale, in particolar modo europeo, in cui si cerca di ridurre la dipendenza delle importazioni dall’estero – aggiunge De Angelis –. C’è una direttiva dell’Ue per spingere a cercare fonti dei metalli. Indica 32 elementi tra cui il cobalto che, come tutti sanno, per il 70 per cento arriva dal Congo e con diverse criticità». «L’idea che si sta portando avanti in questo ambito è quella di rivedere vecchi siti minerari anche alla luce delle nuove tecnologie e della risalita del prezzo dei metalli – continua De Angelis –. In Italia stiamo presentando richieste per effettuare ricerche nelle vecchie miniere della Liguria (a Libiola, attiva sino al 1960 a nord est di Sestri Levante e utilizzata per l’estrazione di rame che copriva il 20 per cento del fabbisogno nazionale) e in Emilia Romagna». E mentre in passato, come sottolinea Geraint Harris, managing director di Alta Zinc, a determinare la…
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