Tropea, borgo dei borghi: dopo il riconoscimento arrivano le prenotazioni
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La sabbia bianca e il mare caraibico della Costa degli Dei. Il mito di Ercole e la storia delle origini legata a Scipione l’Africano. Il centro storico arroccato sulla roccia arenaria, i palazzi nobiliari e il borgo marinaro. Il santuario benedettino di Santa Maria dell’Isola e la cattedrale Normanna. Tra i vicoli, souvenir, trecce di cipolla rossa, turisti (tanti prima del Covid) e stranieri residenti. In crescita i southworker, provenienti da Stati Uniti e Nord Europa, lavoratori agili che da Sud svolgono attività in tutto il mondo.
Ecco Tropea, Borgo dei Borghi 2021: è risultata la più bella nell’ambito dell’ottava edizione del concorso indetto dalla Rai, abbinato al programma “Kilimangiaro”. Così, nonostante la pandemia, fioccano le prenotazioni estive: per la prossima stagione, Massimo Vasinton, presidente dell’Associazione albergatori di Tropea, prevede un boom di visitatori italiani, dopo un 2020 da dimenticare e un 2019 con 550mila presenze. «Per gli arrivi dei viaggiatori stranieri, da Svizzera, Germania, Canada, Stati Unisti e Australia, dovremo aspettare luglio. Ma intanto chi dall’estero aveva già prenotato per maggio sta spostando le prenotazioni tra settembre e ottobre». Il mercato dà qualche segnale di vita.
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«Il premio Borgo dei Borghi non certifica semplicemente la bellezza senza tempo di un luogo magico in cui s’intrecciano cultura e natura – ha dichiarato il sindaco Giovanni Macrì – ma anche la coesione di una comunità che coinvolge l’intera Calabria».
E non è tutto. Tropea è la Perla del Tirreno «per l’essenza armonica dei luoghi, per la sua configurazione urbanistica e storica, omogenea nello stile con palazzi e palazzetti aggregati», spiega l’architetto Giuseppe Leonetti, tropeano da 45 anni, che è stato prorettore dell’università Mediterranea di Reggio Calabria e docente di Composizione architettonica. «La città di Tropea è rimasta nei secoli lì dove l’uomo ha scelto sin dalle origini di costruirla, in cerca di una residenza stabile».
Tropea è uno scrigno: «Abbiamo ritrovato sul nostro territorio reperti di natura continentale e marina molto rari – rivela il paleontologo Giuseppe Carone – Resti e frammenti di animali non endemici, come elefanti, ippopotami, rinoceronti e un eccezionale scheletro di balena, che ci consentono di riscrivere la geografia e la geologia mediterranea, ipotizzando che tra Africa e Italia, al tempo del Miocene, esistesse un ponte continentale».
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