Merloni e la donazione a Veryditas
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Una donazione di un milione di euro per migliorare le competenze e le conoscenze in ambito medico-scientifico, partendo dagli Ospedali Riuniti di Ancona con la consapevolezza che – come ha ricordato Marcello Tavio, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) – «una conquista della scienza è una conquista del genere umano».
Sperimentazioni a ciclo continuo
La famiglia Merloni, che nei mesi scorsi ha dovuto affrontare la tempesta del Covid-19, ha scelto la fondazione Veryditas di Ancona, che nasce proprio dalle sfide poste dalla pandemia, per fare sperimentazioni a ciclo continuo anche quando il covid sarà battuto: «Ci siamo resi conto sulla nostra pelle quanto sia fondamentale avere accanto a strutture all’altezza personale sanitario capace e ben organizzato», ha spiegato Francesco Merloni, che insieme al figlio Paolo è stato ricoverato nell’ospedale regionale di Torrette. Così, solo un quinto del lascito sarà utilizzato per l’acquisto di beni e forniture per la struttura sanitaria; la parte più consistente, invece, sarà impegnata – in un arco temporale di almeno 4 anni – per la premiazione di giovani medici e ricercatori autori di protocolli di studio e di ricerca “non solo sul fronte del covid»
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Prestazioni mediche misurabili
Dall’inizio della pandemia ad oggi, un notevole flusso di denaro, pubblico e privato, è stato investito in asset fisici, mentre solo una piccola parte è stata investita per migliorare le conoscenze sulla malattia e sulle competenze degli operatori sanitari coinvolti. «Il fondo istituito dalla famiglia Merloni ci consente di declinare la generosità in un modo nuovo – sottolinea Tavio, che è anche presidente di Veryditas –, perché contribuisce in maniera decisiva ad accendere i riflettori sulla necessità di investire nella qualità della prestazione sanitaria e sui metodi che devono essere valutati e validati per renderla visibile, misurabile e riproducibile per il maggior numero di persone nel territorio marchigiano e oltre».
Tempi lunghi
L’ordine temporale dei progetti è quello dei “tempi lunghi”, perché le risorse oggi disponibili «permettono di guardare oltre il covid», e le aree di intervento sono già tracciate: il rapporto tra il paziente e la malattia, come iscrivere il tema della salute degli individui all’interno delle comunità, la telemedicina e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, la protezione e la duplicazione per garantire il controllo e la cura delle epidemie, la comunicazione all’interno della comunità scientifica e tra questa e la società civile. «Investire nella competenza professionale, e quindi nel capitale umano, è la via del futuro – sottolinea Paolo Merloni –, la scelta verso il vero valore e desideriamo che tutte le Marche ne possano beneficiare».
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