Open Fiber: «Italia connessa entro il 2026 obiettivo alla portata, voucher siano

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Connettere l’Italia entro il 2026, obiettivo ribadito di recente dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, «è alla portata», ma serve l’impegno di tutti. E il sostegno pubblico, nell’ambito del nuovo piano di voucher annunciato, va orientato verso le reti Vhcn ad altissima velocità, pena il rallentamento dello sviluppo delle nuove tecnologie.

Lo afferma Elisabetta Ripa, ceo di Open Fiber, società spesso accusata dei ritardi nell’implementazione della fibra a seguito della vittoria delle gare, nel 2015, per portare la banda ultra larga nelle aree bianche dove non c’è l’interesse del mercato.

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Per evitare lungaggini, spiega Ripa a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) occorre che le semplificazioni della permissistica già varate e le riforme future «siano poi scaricate a terra» visto che «l’implementazione nel territorio è ancora deficitaria». Quanto allo stato delle aree bianche e grigie (aree, queste ultime, dove almeno un operatore aveva dichiarato piani di investimento) ci vorrebbe un aggiornamento della mappatura alla luce delle nuove zone a fallimento di mercato che si sono create (visto che gli operatori in alcuni casi hanno disatteso i piani annunciati) «rendendo se possibile più cogenti le dichiarazioni dei privati, in modo da allocare meglio le risorse pubbliche».

La sfida annunciata dal ministro Colao è quella di cablare l’Italia entro il 2026. È un obiettivo raggiungibile?

Il ministro è stato chiaro: bisogna collegare tutti con connessioni ad altissima velocità, utilizzando le tecnologie Gigabit anche in vista della nuova comunicazione europea Digital Compass 2030. Open Fiber lo sta già facendo. Abbiamo raggiunto 11,5 milioni di unità immobiliari e ci confermiamo di gran lunga al primo posto in Italia e al terzo in Europa per estensione delle coperture Ftth. Dal nostro ingresso sul mercato, il Paese sta risalendo le classifiche europee sul digitale dopo decenni di assenza di investimenti: in questi 4 anni abbiamo investito oltre 4,3 miliardi di euro per raggiungere questo obiettivo e ne investiremo oltre 1 miliardo all’anno per completare il progetto. L’obiettivo indicato dal ministro è quindi alla portata, serve però l’impegno di tutti gli attori del mercato pubblici e privati perché non possiamo continuare a essere gli unici che contribuiscono alla realizzazione della rete in fibra in Italia.

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