Mantova Pride torna in piazza: «Non sarà solo una parata»

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Torna il Mantova Pride, nella versione gran parata, a metà giugno, preceduto da una settimana di eventi e da un semestre di incontri, iniziato il 14 gennaio con la presentazione nel foyer del Sociale. «Perché abbiamo la necessità di tornare a dire che come comunità Lgbtqia* esistiamo e resistiamo, perché abbiamo diritti e doveri da proteggere, perché ne abbiamo altri da richiedere visto che non è ancora raggiunta l’equità per tutti noi».

Valeria Nicoli, presidente di Arcigay La Salamandra, annuncia il ritorno della parata multicolore, dopo la prima edizione del 2018 e dopo gli ultimi due anni del Mantova Pride svolto nella più moderata versione festival. «Si sente il bisogno di tornare nelle strade e nelle piazze con la parata, l’odio dilaga sui social, per questo non vogliamo abbassare la testa».

A ribadire che “l’orgoglio di esserci” è per tutti, Arianna Labanti, responsabile del gruppo giovani, esorta proprio i giovani a partecipare: «Il Pride è un evento per chi fatica ad esprimere il proprio orientamento: lì ci si può sentire sicuri e a casa». L’appuntamento viene descritto come una “Rivoluzione gentile ma risoluta” che rivendica richieste al governo, alla Regione, ai Comuni. Dal matrimonio egualitario e riforma diritto di famiglia a una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia.

Dalla protezione della legge 194, alla formazione di operatori socio-sanitari sui temi della salute dell’inclusione a quelli dei servizi anagrafe, da un piano di prevenzione sulle infezioni sessualmente trasmesse a un auspicato sportello a sostegno dei percorsi di affermazione di genere («Perché non siano sempre a carico del terzo settore, sempre pronto a mettere una pezza dove la politica non arriva» scandisce la presidente), dall’introduzione della discussa carriera Alias nelle scuole (il diritto a essere chiamati con il nome che si sceglie), all’iscrizione all’anagrafe dei bimbi che nascono all’interno di famiglie omogenitoriali (che oggi vengono ascritti a un solo genitore).

Il Mantova Pride ha un logo che racconta le mille sfaccettature del movimento, spiega l’ex presidente Diego Zampolli, poi la festa decolla con con il gruppo bolognese Kikibolo e le Ballroom nate negli anni ’80 a New York tra le comunità discriminate nere e latine.

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