i titoli corrono a Piazza Affari

La Borsa cavalca le suggestioni sulla nascita di un grande polo finanziario da 100 miliardi di capitalizzazione che vedrebbe assieme Unicredit, Generali e Mediobanca. Gli investitori hanno dato credito allo scenario disegnato dal Foglio che ha parlato di un piano allestito da una grande banca internazionale per creare un colosso bancassicurativo di dimensioni globali. E a Piazza Affari i titoli sono in piena effervescenza: Mediobanca guadagna il 5,1%, Generali il 3,7% (Banca Generali segna +3,8%) mentre Unicredit – presunto motore di tutta l’operazione – registra un più modesto rialzo dello 0,7%.

Bancassicurazione

Dal punto di vista finanziario, l’operazione è suggestiva. Unicredit possiede capitale in eccesso per oltre 10 miliardi e il titolo viaggia sui massimi storici. Un’aggregazione con Generali rafforzerebbe il gruppo guidato dal ceo Andrea Orcel nel mondo della gestione del risparmio e delle polizze, che avrebbero negli sportelli di Gae Aulenti uno sbocco rilevante. Darebbe anche soddisfazione a un nocciolo di azionisti che hanno posizioni consistenti nel capitale del Leone: in particolare al gruppo Caltagirone e a Delfin della famiglia del Vecchio (poco sotto il 10% a testa), che da tempo premono per lanciare Trieste in un’operazione trasformativa. Con loro potrebbero schierarsi anche da soci che di recente hanno rafforzato la loro quota in Generali, come Fondazione Crt, che, sotto le insegne del nuovo presidente Fabrizio Palenzona, è salita al 2% della compagnia assicurativa.

I nodi industriali

L’ipotesi seducente ha fatto scattare gli acquisti in Borsa. Ma i nodi industriali sono numerosi e non facili da sciogliere, come dimostra il tentativo, poi abortito, da parte di Intesa Sanpaolo di scalare le Generali. Innanzitutto il mestiere del banchiere non è quello dell’assicuratore, quindi le sinergie non sono scontate. Generali è già il primo assicuratore dal punto di vista della raccolta in Europa dove ha forti presidi. C’è poi da considerare che, se alcuni azionisti vedrebbero con favore l’operazione, altri potrebbero non essere altrettanto convinti. Tra questi, in particolare Allianz che, forte del 4% di Unicredit ha siglato con la banca un accordo proprio sulla distribuzione di polizze e servizi correlati che scadrà nel 2027. Il colosso tedesco potrebbe non vedere di buon occhio il rafforzamento della concorrente Generali in Germania e nei mercati dell’Est Europa dove Unicredit è forte.

Le incognite

Resta poi da capire quale ruolo possa avere Mediobanca in un’ipotetica aggregazione. Il piano del ceo Alberto Nagel ha puntato molte carte sul wealth management diventando un competitor che ha forti obiettivi di crescita e creazione di valore. Unicredit ha iniziato a puntare sull’asset  e wealth management (ha anche sottoscritto un accordo con Azimut per lo sviluppo di una piattaforma), è quindi da vedere se preferisca continuare la crescita interna oppure spendere 12 miliardi ai quali si dovrebbe aggiungere un premio che il Foglio ipotizza possa arrivare al 20%. La Borsa ci crede ma per ora non pensa alle tante incognite: i piani…