“Che tristezza le battute fuoriluogo”- Corriere.it

Una serata trionfale, finita con uno strascico di polemiche. Francesca Perrotta, direttrice dell’Orchestra Olimpia, formazione tutta al femminile, che con il suo concerto ha aperto l’anno di Pesaro 2024 Capitale Italiana della Cultura, sui social ha aspramente criticato la conduzione di Paolo Bonolis e le sue “battute da commedia all’italiana”. Mentre Perrotta, che Bonolis aveva chiamato più volte “signora” e non direttrice, presenta le sue orchestrali, Bonolis dice “Sono tutte molto…” “Serie” suggerisce la direttrice, ma lui va avanti: “Tranne quella signorina lì molto sexy, là in fondo, tutta yeah, che suona lei?” dice rivolgendosi alla percussionista per poi aggiungere “Ci percuote l’anima”. Perrotta precisa “Oggi suona il triangolo”, dando (involontariamente) un assist al conduttore che dice “Anche Renato Zero, che meraviglia” e si allontana canticchiando “Il triangolo no, non l’avevo considerato”.

L’Orchestra Olimpia è nata nel 2018 proprio da un’idea di Francesca Perrotta e Roberta Pandolfi. Perrotta, pesarese d’adozione, è nata a Lecce e all’Università del Salento si è laureata in Lingue e Letterature Straniere discutendo una tesi su “La materia nibelungica nell’opera di Wagner”. Pianista e solista eclettica, con una solida esperienza internazionale, si è poi trasferita al Conservatorio di Pesaro per gli studi di composizione e poi di direzione d’orchestra, che ha perfezionato anche all’École Normale de Musique de Paris e alla European Conducting Academy di Vicenza, dove si è diplomata nel 2019. Ha seguito masterclass di direzione con affermati direttori a livello internazionale quali Julius Kalmar, Lior Shambadal, Sigmund Thorp e Donato Renzetti. Con Orchestra Olimpia ha diretto importanti soliste come Haerim Elizabeth Lee, Elena Denisova e Valentina Mastrangelo e avviato un gemellaggio con l’Orchestra Zohra di Kabul, al momento ristabilitasi a Lisbona dopo il ritorno dei Talebani. Con Orchestra Olimpia. Perrotta “opera per promuovere la professionalità di genere insieme alla divulgazione delle opere di compositrici donne” si legge nella sua bio. Nel suo curriculum, anche la direzione di altre formazioni, in Veneto, nelle Marche, in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Ora la polemica di cui avrebbe volentieri fatto a meno. Ma, conclude su Facebook “Fortunatamente la grandezza di quello che stavamo facendo e rappresentando era così potente che la piccolezza del siparietto è risultata stridente alle orecchie di tutti. Facciamo e pratichiamo la cultura, cerchiamo e amiamo tutti la bellezza”.