La lingua ha un’impronta unica (che influenza le preferenze sul cibo)

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La distribuzione dei rilievi posti sulla superficie della lingua potrebbe essere unica e personale per ogni individuo, così come lo è quella delle creste e dei solchi sulle dita della mano. L’impronta linguale potrebbe insomma caratterizzarci come le impronte digitali, e queste peculiarità potrebbero essere alla base delle nostre preferenze o avversioni alimentari. A dirlo è uno studio pubblicato su Scientific Reports.

La mappa delle papille. Rayna Andreeva, ricercatrice esperta di machine learning e imaging medico dell’Università di Edimburgo, in Scozia, ha addestrato sistemi di intelligenza artificiale a studiare la disposizione di migliaia di microscopiche scansioni delle papille linguali evidenziate dagli stampi in silicone delle lingue di 15 persone. I modelli di IA hanno appreso le caratteristiche e la disposizione di queste piccole strutture anatomiche che sono incaricate di percepire i sapori ma anche la texture, l’attrito, il grado di lubrificazione e altre caratteristiche fisiche e chimiche dei cibi ingeriti.

Questa lingua appartiene a… Tutte queste funzioni cruciali per il trasporto dei cibi e dei liquidi nella bocca possono anche influenzare la nostra reazione ai cibi, il senso di soddisfazione provato quando mangiamo e la predilezione per un tipo di alimento o l’altro. Il team ha scoperto che tutte queste proprietà sono smaccatamente personali. Infatti, i sistemi di IA sono stati in grado, analizzando una singola papilla, di capire con un certo grado di accuratezza (67-75%) genere ed età del proprietario di quella lingua, e persino di indovinare con una precisione di circa il 48% a chi appartenesse tra quei 15 soggetti. Questo valore potrebbe non sembrare molto elevato, ma pensiamo che un tentativo casuale presupporrebbe un’accuratezza di appena il 6,66%.

Diete ancora più personalizzate. Lo studio sembra suggerire che le papille linguali possano servire da forma univoca di identificazione delle persone, anche se i risultati andranno confermati su un numero assai più ampio di soggetti. Studiando la disposizione di queste protuberanze, anche con l’aiuto dell’IA, si potrebbe capire perché a certe persone piacciano o non piacciano determinati alimenti, o verificare se certe caratteristiche delle papille siano correlate a certe condizioni mediche. Addirittura, potrebbe essere possibile sfruttare queste conoscenze per creare alimenti “su misura” che siano appetibili a persone con specifiche condizioni mediche, per le quali risulti difficile nutrirsi di determinati tipi di cibi.



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