I falchi pellegrini stancano le prede per catturarle meglio

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In natura si può sopravvivere solo grazie ai compromessi e prendendosi rischi più o meno calcolati. Un predatore deve usare le sue energie per catturare la preda, ma non può sprecarle tutte perché, in caso di fallimento, rischierebbe di patire la fame. E allo stesso modo la sua preda ha bisogno di nutrirsi per sopravvivere, ma per procurarsi il cibo deve spesso rendersi vulnerabile e rischiare di venire catturata.

E poi ci sono i furbi, che sono in grado di raggirare il sistema e piegarlo a loro vantaggio. Un esempio? I falchi pellegrini, che come dimostra uno studio pubblicato su Frontiers in Ethology hanno imparato a simulare finti attacchi alle loro prede per stancarle, e catturarle quando non ce la fanno più.

 

Flocking o roosting? Le prede in questione, che sono state osservate sei ore al giorno per oltre un mese, sono uccelli della specie Calidris alpina pacifica, nota in italiano come piovanello pancianera, nello specifico la popolazione che vive nella baia di Boundary, in Canada. Questi uccelli erano soliti passare il loro tempo riposandosi sulla vegetazione che cresce sulla spiaggia (roosting), ma dagli anni Novanta hanno dovuto cambiare abitudini: l’arrivo dei falchi pellegrini li ha costretti a praticare anche il cosiddetto over-ocean flocking (OOF), cioè il riunirsi in gruppi e svolazzare sopra l’oceano in attesa che passi il pericolo.

Il problema del flocking, però, è che è molto più costoso dal punto di vista energetico di quanto lo sia il roosting, pur essendo più sicuro. Oggi, quindi, i piovanelli della baia di Boundary alternano momenti di roosting, durante i quali si riposano ma sono più a rischio di venire predati, ad altri di flocking, durante i quali consumano parecchie energie.

 

Cibo o sicurezza? I falchi pellegrini hanno imparato questa cosa, e la sanno sfruttare a loro favore. All’inizio della giornata si avvicinano alle zone dove vivono i piovanelli, e si piazzano su un albero a fissarli; ogni tanto fanno anche brevi voli che assomigliano ad attacchi, e che spingono le loro future prede a passare dal roosting al flocking.

Il problema è che, quando stanno sorvolando l’oceano, i piovanelli non riescono a procurarsi il cibo, e arrivano così a fine giornata che sono ancora affamati: in questa situazione mandano all’aria ogni prudenza e si dedicano solo alla ricerca di nutrimento, diventando quindi facili prede per i falchi pellegrini. Un trucchetto che, ha scoperto il team durante la ricerca, questi rapaci stanno imparando ad applicare anche ad altre specie di uccelli locali.



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