L’echidna non è muta: ascolta il suo verso “amoroso”

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L’echidna non è muta. È quanto rivela per la prima volta uno studio pubblicato sul Journal of Zoology che risolve un “mistero” che la zoologia si porta dietro da anni: quello riguardo al presunto mutismo di questo bizzarro animale australiano, che assomiglia a un formichiere ma è coperto di spine come un istrice, e che appartiene al gruppo dei monotremi, mammiferi primitivi che comprendono anche l’altrettanto curioso ornitorinco e che sono endemici di Australia e Nuova Guinea. Finora, il verso dell’echidna non era mai stato documentato in uno studio, e l’unico suono che avevamo sentito emettere a questi animali era il rumore che fanno quando annusano. Questo video dimostra al contrario che hanno un vasto repertorio comunicativo.

Voci rubate. Le echidna analizzate per questo studio appartengono alla specie Tachyglossus aculeatus, nota comunemente come echidna istrice, una delle quattro rimaste di questo gruppo comparso tra la fine del Giurassico e l’inizio del Cretaceo e diversificatosi in molte forme diverse – la maggior parte delle quali sono oggi estinte. L’echidna istrice è una delle poche sopravvissute, e oggi si trova in Nuova Guinea e in Australia; ed è proprio qui, nel Dryandra National Park, che il team della Curtin University ha registrato per la prima volta le loro vocalizzazioni. Alcune sono state registrate live con l’uso di microfoni a mano, altre sono invece state catturate da un microfono “abbandonato” nei pressi di una caverna particolarmente frequentata da questi animali.

 

Il canto dell’amore. Tutte, però, hanno una caratteristica in comune: sono state registrate durante la stagione degli amori dell’echidna, l’unico periodo dell’anno durante il quale abbiamo sentito il verso di questi animali. Questo suggerisce che le echidna usino la comunicazione acustica a scopi riproduttivi, ma per i dettagli serviranno più osservazioni. La scoperta è comunque una rivelazione, almeno dal punto di vista evolutivo: echidna e ornitorinchi si sono separati molto presto dagli altri mammiferi, e il fatto che entrambi i gruppi siano in grado di vocalizzare significa che questo tipo di comunicazione era, con ogni probabilità, già presente nel loro antenato comune, e che i mammiferi “parlano” da almeno 200 milioni di anni.



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