Blur, una festa generazionale per 35mila a Lucca- Corriere.it

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“Tender is the night/ lying by your side”: sì, tenera è la notte davanti alle splendide mura storiche di Lucca: i 35mila perlopiù quarantenni( e dintorni), accorsi qui sono compiaciuti assai mentre sfilano i titoli di coda della loro band di generazione, i Blur. Già, l’appuntamento con i quattro di Colchester che forgiarono il cosiddetto britpop insieme ai dirimpettai, amici-nemici Oasis e un pugno di altre band ha proprio il sapore di un rendez vous generazionale: immersi nel loro vortice lite-riappacificazione i Blur vengono dalle nostre parti una volta ogni decade e si danno appuntamento con i loro fan diventati man mano adolescenti, giovani adulti, padri di famiglia.

Ma, come l’ultima volta a Milano e Roma nel 2013, anche qui a Lucca questo ritorno non sa di stantio e tantomeno di appuntamento di comodo: Damon Albarn e Graham Coxon, voce e chitarra, architrave della band fin da ragazzini e poi spesso descritti come cane e gatto, qui vanno spalla a spalla, in uno scambio di amorosi sensi che certifica il fatto che questa reunion non è stata messa in piedi per pagare le rette dei figli in qualche college esclusivo del Dorset o le Bentley parcheggiate in garage. A Wembley, dove hanno suonato in un due serate pienissime solo qualche giorno fa, hanno realizzato i loro sogni di teenager, ma anche a Lucca sembrano appunto divertirsi: con una scaletta tutta pensata per i fu adolescenti stipati tra le mura. Perché le canzoni del pur riuscito ultimo album The Ballad of Darren sono solo tre (l’introspettiva e bella assai The Narcissist , per esempio): il resto è puro revivalismo, fresco revivalismo anni 90.

Già, scorrono tutti gli anthem della band: Beetlebum e Country House, Parklife e Girls & Boys. Albarn dimostra di possedere ancora una vocalità importante a 55 anni e un’attitudine sempre istrionica: saltimbecca come un grillo sul palco e a un certo punto fa addirittura stagediving, cantando in mezzo al pubblico End of a Century. Ma forse ci eravamo dimenticati di quanto fossero punk, i Blur: sono staffilate quelle di Coxon alla chitarra in Advert e in Song 2. E quando fastidiosi problemi tecnici gli impediscono di intonare il suo cavallo di battaglia «Coffee & Tv», prende tempo, gigioneggiando con Damon. Tutti contenti insomma: sul palco, tra il pubblico. Perché si può scegliere come invecchiare: male, rinnegando sé stessi e quel che siamo stati. O bene, consapevoli, nonostante tante traversie, di aver segnato una stagione e una generazione. Perché come cantano nel finale della corale The Universal: «It really, really, really could happen». Cosa sarebbe potuto succedere non sappiamo, quel che é successo è negli occhi (e nelle orecchie) di tutti. E la notte é tenera sopra Lucca.

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