La prima “nascita vergine” in un coccodrillo

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Il 17 gennaio del 2018, al Parque Reptilandia in Costa Rica, una femmina di coccodrillo americano depose una covata di 14 uova, una delle quali conteneva un feto pienamente formato. Niente di strano, se non fosse che l’animale non vedeva un maschio da 16 anni, da quando cioè era cominciata la sua residenza nel parco.

Cinque anni dopo, un’analisi genetica del feto dimostra che le uova furono deposte senza alcun “intervento” da parte di un maschio, in un fenomeno che si chiama partenogenesi e che non era mai stato documentato prima in un coccodrillo. Lo studio a riguardo è stato pubblicato su Biology Letters.

Soluzioni alternative. Può capitare anche agli animali che una femmina non riesca a trovare un maschio. Alcuni rettili, per esempio, risolvono questo problema conservando lo sperma per anni fino a che non torna utile. Altri animali, tra cui alcune lucertole, serpenti e squali, usano la partenogenesi, cioè la capacità di produrre uova che si sviluppano e danno vita a un cucciolo senza bisogno di fecondazione da parte di un maschio.

All’inizio questo meccanismo era considerato rarissimo nel regno animale, e visto quasi sempre in animali in cattività. Negli ultimi anni, però, sono aumentati i casi di partenogenesi anche in esemplari selvatici, e la nostra percezione di questo metodo di riproduzione sta cambiando.

Trenta su mille ce la fanno. Il coccodrillo americano del Costa Rica è però il primo del suo ordine nel quale abbiamo osservato un caso di partenogenesi. È un dettaglio importante: ora abbiamo prove di riproduzione senza fecondazione sia nei coccodrilli, sia in altri rettili, sia negli uccelli. È quindi probabile che questa capacità abbia origini antiche, che sia emersa per la prima volta negli antenati comuni di questi gruppi e che fosse già presente nei dinosauri.

Per la cronaca: la storia del feto “miracoloso” è purtroppo finita male, visto che è morto prima che l’uovo si schiudesse. Per gli autori dello studio però non è una sorpresa: nelle specie studiate finora, il tasso di sopravvivenza degli individui nati da partenogenesi è molto basso (in certi casi non supera il 3 per cento).



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