La ricerca più efficiente del cibo è anche la più pericolosa

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Come si muove un animale in cerca di cibo? Non stiamo parlando di anatomia, di zampe o di ali, ma della scelta del percorso da seguire quando c’è da esplorare l’ambiente circostante in cerca di cibo. È impossibile sapere prima dove trovarlo: gli animali devono quindi studiare un tragitto di esplorazione che minimizzi lo spreco di energie e massimizzi le possibilità di nutrirsi.

Il problema, dice un nuovo studio pubblicato su Behavioral Ecology, è che gli animali che scelgono l’efficienza sono anche quelli più a rischio, perché i loro percorsi sono più facili da leggere per i predatori.

Cibo e casualità. Per spiegare la scienza della ricerca di cibo bisogna rivolgersi alla fisica, e ai modelli statistici che descrivono il moto casuale delle particelle. Il più semplice si chiama moto browniano ed è quello usato per descrivere il movimento delle molecole in un gas; la versione più complessa è il processo di Lévy, che applicato agli animali descrive un pattern di movimento fatto di spostamenti su lunghe distanze tra un’area di ricerca e l’altra e di esplorazioni più approfondite di queste ultime.

Il moto browniano applicato a un animale in cerca di cibo, invece, riflette un movimento più casuale e anche meno efficiente. Questi modelli però sono relativi ad animali che cercano il cibo indisturbati: che cosa succede quando incontrano un predatore? Per scoprirlo, il team ha usato prede simulate al computer, e le ha proiettate sulle pareti di un acquario nel quale nuotavano alcuni spinarelli.

E ora, sul campo! I pesci hanno notato le prede e hanno anche fatto dei tentativi di catturarle: osservando le loro scelte, gli scienziati hanno potuto verificare se questi predatori preferiscano che il loro cibo si muova completamente a caso oppure se trovano più facile attaccare una preda che si sta muovendo secondo il processo di Lévy. La risposta è la seconda.

Il metodo di ricerca di cibo più efficiente prevede anche molti spostamenti in linea retta, che per un predatore sono più facile da seguire e anche da anticipare. Una preda che si muove senza seguire alcun pattern è al contrario imprevedibile, e gli spinarelli l’hanno inseguita più raramente. Insomma: quello che su carta è il metodo più efficiente di procurarsi il cibo potrebbe anche essere troppo pericoloso perché valga la pena applicarlo. Ora il team vuole verificare queste scoperte anche sul campo, analizzando il movimento delle vere prede degli spinarelli per scoprire se le loro previsioni si realizzano.



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