Ecco Blue Moon, il secondo modulo che ci porterà sulla Luna

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Sarà alto 16 metri, avrà un peso di circa 16 tonnellate e potrà essere lanciato da un razzo che al momento non è ancora stato testato, il New Glenn. Si chiamerà Blue Moon ed è stato scelto dalla Nasa come modulo lunare da affiancare a Starship di SpaceX che dovrebbe essere il primo modulo a depositare uomini e donne sulla Luna nei prossimi anni.

VI SERVE UN PASSAGGIO? Blue Moon verrà costruito da un gruppo di società, con a capo Blue Origin che coordinerà il lavoro di Lockheed Martin, Boeing, Draper Hineybee Robotics e Astrobotic.

Il modulo lunare, del quale al momento si hanno poche informazioni e un’illustrazione diffusa dalla stessa Blue Origin, dovrà agganciarsi alla Lunar Gateway, la stazione spaziale che verrà costruita attorno alla Luna a partire dal 2027. E dalla stazione spaziale dovrà fare da “taxi” agli astronauti verso la superficie lunare.

Un giorno sarà autonomo, Stando al contratto che verrà firmato tra Nasa e Blue Origin, il modulo dovrebbe essere operativo a partire dal 2029, anno del lancio di Artemis V, per poi entrare in attività a tempo pieno non solo per la Nasa, ma per chiunque desideri portare materiale e astronauti sulla Luna.

Prima di allora Blue Origin dovrà dimostrare l’efficienza di Blue Moon inviandone uno senza equipaggio. A differenza di altri moduli lunari che hanno usato un combustibile chiamato idrazina, Blue Moon userà per la propria propulsione idrogeno e ossigeno liquidi, una scelta che richiede ancora alcuni aggiustamenti tecnologico.

SCELTE FUTURE. Idrogeno e ossigeno vengono già usati per il lancio di razzi, ma sarà la prima volta per missioni umane nello Spazio. Perché questa scelta? In futuro il carburante potrà essere prodotto direttamente sulla Luna in modo da essere autonomi dal nostro pianeta: ossigeno e idrogeno si possono infatti ottenere dai ghiacci presenti sul nostro satellite.

Sembra che il costo complessivo di questo progetto sia di circa 7 miliardi di dollari, dei quali circa 3,4 miliardi verranno messi dalla Nasa, il resto dalle società private, prima tra tutte Blue Origin.



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