Intesa, su settimana corta e smart working trovato l’accordo con i sindacati
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Sulla settimana corta e sullo smart working, il gruppo Intesa Sanpaolo e i sindacati (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) hanno trovato l’accordo per regolare lo smart working, la settimana corta con distribuzione dell’orario su 4 giorni per 9 ore al giorno e per la disconnessione. Sullo smart working è stato fissato un tetto a 120 giorni che può essere alzato a 140 giorni per alcune tipologie di lavorazioni. Inoltre è stato riconosciuto un buono pasto di 4,50 euro. Con l’accordo siglato oggi, tra altro, viene introdotta in via sperimentale la settimana corta, da 4 giorni per 9 ore ciascuno, in circa 250 filiali del gruppo, ma l’obiettivo dei sindacati è di estendere a tutti i lavoratori la possibilità di fare la settimana corta e lo smart working.
L’accordo è importante perché «definisce norme collettive a tutela di tutte le lavoratrici e dei lavoratori del gruppo», dice Lando Maria Sileoni, il segretario generale degli autonomi della Fabi, la principale organizzazione del credito che terrà il suo congresso dal 12 al 16 giugno a Roma.
Nonostante alla fine dello scorso anno per il sindacato i tempi non fossero maturi per arrivare a un accordo e ci fossero ancora alcune questioni da sviluppare, soprattutto relative ai lavoratori delle filiali, «un costruttivo dialogo con il vertice della banca – dice Sileoni – non è mai venuto meno e occorre quindi ricercare ogni soluzione, contrattualmente percorribile, che tenga conto di una organizzazione del lavoro che sta radicalmente cambiando. Vanno profondamente tutelate le condizioni professionali e personali delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo interessati alla settimana corta e allo smart working».
Dato il valore, anche politico dell’accordo per il settore – e non solo – per Sileoni è necessario «preservare e migliorare la prospettiva professionale di tutte le lavoratrici e dei lavoratori di tutti i gruppi e di tutte le banche italiane, e agire, quindi, con lungimiranza, dimostrando, concretamente, quella capacità di gestire i profondi cambiamenti in atto nel settore bancario».
Il dialogo riparte proprio mentre sono in corso le assemblee dei lavoratori sulla piattaforma che i sindacati presenteranno ad Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, dove c’è una richiesta di riduzione dell’orario a 35 ore settimanali e di aumento di 435 euro. E questo, per i sindacati, è di buon auspicio. «È chiaro che avendo presentato una nuova piattaforma contrattuale che tende a garantire le migliori tutele alle lavoratrici e ai lavoratori – afferma Sileoni – proprio in una fase di riorganizzazione del lavoro nei gruppi e nelle singole aziende, diventa fondamentale definire in ogni gruppo bancario tutta una serie di norme che prevedano non solo tutele lavorative, ma anche norme a difesa della vita personale di ogni bancario. La priorità, anche in una fase così delicata di cambiamento di ogni gruppo bancario, resta il mantenimento di tutti i posti di lavoro e la creazione di nuova occupazione».
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