Quale è stato l’effetto del lockdown sulle scimmie allo zoo

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Quando il virus SARS-CoV-2 ha fatto il suo debutto sulla scena, ormai più di tre anni fa, ha portato con sé una serie di sconvolgimenti alle nostre abitudini di vita i cui effetti si sentono ancora oggi. Nulla però rimarrà nella nostra memoria collettiva come il lockdown che ci chiuse in casa per mesi, svuotando molti luoghi della nostra presenza. Ora che le cose vanno un po’ meglio, stiamo cominciando a capire in che modo il lockdown ci ha cambiati. Finora però ci siamo concentrati soprattutto sugli effetti delle “chiusure” su di noi, ma la pandemia (e l’assenza degli umani) ha colpito anche molti animali. Prendete quelli che vivono negli zoo: abituati a interagire con i visitatori, si sono trovati all’improvviso da soli, e hanno dovuto reinventare le loro giornate. Uno studio su Animals investiga ora gli effetti del lockdown su una serie di primati che vivono in due zoo inglesi.

Prima e dopo. La scelta dei primati come soggetti di studio è ovvia: sono animali sociali, con un comportamento complesso ed evolutivamente vicini a noi umani, e quelli che vivono negli zoo sono quindi abituati alla nostra presenza e anche a interagire con noi durante le ore di visita. Il lockdown in questo senso ha fornito un’occasione unica per studiare il nostro impatto su scimpanzé, gibboni, gorilla, bonobo e babbuini: i primati dei due zoo studiati, il Twycross Zoo e il Knowsley Safari Park, sono nati e cresciuti in cattività e non sono mai rimasti senza contatti umani per un tempo superiore a quello di chiusura dello zoo. Un confronto tra il loro comportamento durante il lockdown e quello successivo alle riaperture ha dimostrato cambiamenti anche notevoli nelle loro abitudini.

 

Bene o male? I gorilla, per esempio, hanno passato più tempo a dormire durante il lockdown, mentre sono tornati più attivi con il ritorno dei visitatori. I babbuini verdi hanno mostrato forte curiosità verso le auto dei visitatori, mentre durante il lockdown avevano tendenzialmente ignorato quelle dei ranger del parco (che già conoscevano). In generale, si legge nello studio, il ritorno dei visitatori ha stimolato scimpanzé e babbuini, e anche gorilla e bonobo hanno cominciato a passare più tempo a socializzare con i propri simili. Alcuni di questi cambiamenti potrebbero quindi essere interpretati come positivi, ma lo studio mette in guardia contro il dare una valutazione così netta. Di sicuro sappiamo che i primati cresciuti negli zoo cambiano in maniera anche radicale il loro comportamento se sono esposti alla nostra presenza: secondo un altro studio, uscito poco prima del primo lockdown sempre su Animals, è fondamentale tenerne conto quando si parla di benessere degli animali in cattività.



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