Scoperta in Tanzania una specie di rana muta

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Cristoforo Colombo partì da Palos in cerca dell’India, e tornò a casa avendo scoperto l’America. Lucinda Lawson dell’università di Cincinnati, invece, è partita per la Tanzania in cerca di un rospo particolarmente raro, ed è tornata a casa avendo scoperto una nuova rana altrettanto rara, e con una caratteristica quasi unica nel suo ordine: non gracida, non usa richiami, non emette alcun tipo di suono. Scoperta nelle foreste dei monti Ukaguru, Hyperolius ukaguruensis deve quindi affidarsi ad altri metodi per comunicare con i suoi simili. La nuova specie è stata descritta in uno studio pubblicato su PLOS ONE.

Niente rospo, ma… Churamiti maridadi è uno dei rospi più rari del mondo, osservato sui monti Ukaguru solo un paio di volte negli ultimi decennie che potrebbe addirittura essere già estinto, almeno localmente. Nel 2019, Lawson e il suo team hanno organizzato una spedizione in Tanzania proprio alla ricerca di questo animale, il cui nome è in Swahili e significa “splendida rana degli alberi”. La spedizione è stata un insuccesso totale, almeno da questo punto di vista; ma Lawson ha scoperto comunque qualcosa di nuovo. La nuova rana appartiene al genere Hyperolius, che comprende più di 200 specie distribuite in tutta l’Africa; tra queste ce ne sono alcune (poche, e quasi tutte in via d’estinzione) che hanno la gola ricoperta di piccole spine, e che, incidentalmente, sono mute. Hyperolius ukaguruensis va quindi ad aggiungersi a questo ristretto gruppo di rane che non usano i suoni per comunicare, ma qualcosa d’altro.

Rane a rischio. L’ipotesi più plausibile è che siano proprio le spine che hanno sul collo a fare le veci del loro gracidio: Lawson paragona questa modalità di comunicazione al Braille. Per scoprire se è davvero così serve ovviamente tempo per studiare le rane – tempo che però potrebbe non bastare, visto che, come moltissimi anfibi africani, anche Hyperolius ukaguruensis è a rischio di estinzione. Le foreste dei monti Ukaguru sono a rischio perché vengono tagliate per produrre legna da ardere, e più in generale in Tanzania la popolazione sta aumentando a un ritmo elevatissimo; e oltre a doversi preoccupare della perdita dell’habitat, gli anfibi sono particolarmente vulnerabili alla contaminazione di suolo e acqua. Ci sono poi specie il cui areale è talmente limitato che distruggere anche solo un pezzo di foresta significa condannarle all’estinzione – che nel caso di Hyperolius ukaguruensis sarebbe ancora…

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