Calenda lancia il nuovo partito: «Invito anche i riformisti Pd»

«Vogliamo dar vita a un partito che raccolga la parte più seria dei riformisti, fedele ai principi della democrazia liberale e che creda nell’Europa. Io vorrei chiamarlo Uniti per la Repubblica». Carlo Calenda arriva a Mantova all’indomani dell’avvio, proclamato assieme a Matteo Renzi, della costituente per la fondazione del “partito unico” generato da Azione e Italia Viva. Nel foyer del teatro Sociale, affollato di persone, il leader di Azione è stato il protagonista della presentazione a militanti ed elettori dei quattro candidati mantovani del Terzo Polo alle regionali a sostegno di Letizia Moratti: Fabio Madella, Claudia Pavarini, Luca Malavasi e Francesca Pistoni. La denominazione che Calenda vorrebbe dare al nuovo partito (qualcuno definisce Partito repubblicano o Polo liberale, ma è la prima volta che il leader esprime pubblicamente la propria ipotesi) non è solo una questione formale. E va molto al di là delle elezioni regionali. Sulle tematiche locali Calenda si è espresso poco preferendo dare spazio su questo tema ai candidati, all’ex ministro mantovano Elena Bonetti e a Mariastella Gelmini. Ha però aperto con una battuta: «Se la Meloni cita Garibaldi e altri Dante, lasciatemi dire che Virgilio è stato il primo liberal».

«Negli ultimi trent’anni le politiche dei governi non hanno intaccato i problemi del Paese – ha detto – la politica si è ridotta a tifoseria, tra destra e sinistra. Noi le cose le vogliamo fare e i problemi risolverli. Abbiamo una sanità che costringe gli italiani a rivolgersi al privato a causa dei tempi di attesa infiniti. Gli infermieri, che un tempo chiamavamo eroi, hanno uno stipendio di 1.300 euro al mese». Molte le critiche al governo Meloni, ad esempio sulla decisione di alzare le accise sulla benzina e sulla proposta di «riforma della figura del Presidente della Repubblica, l’unica che in Italia funziona». Ma non viene risparmiato nemmeno il Pd, accusato di essersi appiattito «sulle posizioni di M5S, che si oppone a tutto. I Cinque Stelle rappresentano la nuova destra qualunquista, come lo fu L’Uomo qualunque».

Calenda ha invitato i riformisti del Pd ad aderire al nuovo partito. Prima di intervenire, aveva spiegato ai cronisti che il commissariamento per il ponte di San Benedetto non è scattato «perché su richiesta dei Cinque Stelle il numero di opere commissariate è chiuso e il ponte è escluso. Una follia. L’unica cosa che può fare questo governo è sbloccare i commissariamenti». Tra i presenti anche l’ex parlamentare Annalisa Baroni e Stefano Gialdi, entrambi di Azione. Tra il pubblico anche i presidenti di Confindustria, Edgardo Bianchi, del Consorzio grana padano, Renato Zaghini, di Confartigianato, Lorenzo Capelli e di Confagricoltura, Cortesi e un delegato di Confcommercio, Barbi. C’era anche l’ex parlamentare Matteo Colaninno, più volte citato e ringraziato dai candidati e dagli esponenti del Terzo Polo per aver ottenuto il via al raddoppio ferroviario sulla Mantova-Piadena. I candidati e Bonetti hanno criticato la giunta Fontana per non aver fatto nulla per risolvere l’isolamento di Mantova. Molto criticata la politica…