A Bologna si ricaverà metano dalle fogne

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Un impianto capace di ricavare metano dalle acque fognarie. Si chiama “SynBioS” (Syngas Biological Storage) e dal prossimo anno consentirà di trasformare le acque nere in biogas, e quindi energia, per 1.200 famiglie emiliane.

Il progetto, finanziato dalla società multiservizi emiliana Hera con un investimento di 10 milioni di euro, sorgerà nel 2023 presso il depuratore di Bologna Corticella. 

I vantaggi. Gli alti costi di produzione del metano, uniti alla piccola quantità di gas prodotto, non rendono questo impianto “la” soluzione per uscire dall’attuale crisi energetica.

depuratore Bologna-Corticella Gruppo Hera

Il depuratore di Bologna-Corticella del Gruppo Hera.
© Gruppo Hera

Ma i suoi vantaggi restano interessanti: SynBioS consente di fare un uso più razionale dell’energia elettrica, riducendo sprechi ed emissioni di gas serra.

Come funzionerà nel dettaglio? L’impianto sfrutterà l’energia in surplus prodotta da impianti a energia rinnovabile (eolica o solare): nei momenti in cui la rete elettrica non potrà assorbire questa energia, la si userà per alimentare un processo di elettrolisi, che separa l’ossigeno dall’idrogeno. Quest’ultimo sarà poi impiegato per produrre metano (v. schema più avanti), che sarà immesso nella rete cittadina.

La differenza. Un impianto con la stessa modalità di funzionamento fu realizzato nel 2013 in Germania da Audi. La differenza, però, sta nel fatto che l’impianto italiano sfrutterà le risorse (acqua, metano, CO2) prodotte dal vicino depuratore bolognese. 

Come funzionerà SynBioS

L’impianto funziona quando le energie rinnovabili producono più energia rispetto alle necessità della rete. L’energia in surplus alimenta l’elettrolizzatore, che agisce sulle acque reflue, addizionate con alcuni reagenti: l’energia serve a separare idrogeno (H2) e ossigeno (O2). L’ossigeno va sugli impianti di depurazione (serve a purificare le acque), mentre l’idrogeno è inviato alla torre di metanazione. Anche metano (CH4) e anidride carbonica (CO2), ottenuti nel depuratore durante la digestione anaerobica (senza aria) delle acque reflue, affluiscono nella torre (dopo l’eliminazione dei composti dello zolfo). Qui alcuni microrganismi (archaea) si nutrono di H2 e CO2, convertendoli in metano, che è immesso nella rete del gas.

© Adattamento da Hera

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