Il T. rex aveva gli occhi piccoli per mordere meglio

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Tyrannosaurus rex è stato uno dei predatori più famosi della storia del pianeta e anche uno dei più efficaci: nonostante le zampe anteriori comicamente piccole era un cacciatore letale, il cui morso era in grado di frantumare le ossa delle sue prede. Un’arma così specializzata, però, ha sempre un costo, che nel caso del T. rex si traduceva in… occhi molto piccoli: di una forma tale da poter sopportare la pressione del morso. Lo suggerisce un nuovo studio pubblicato su Communications Biology, che ha analizzato le variazioni nella forma degli occhi di T. rex e di altri dinosauri, e le ha messe per la prima volta in relazione diretta con la loro dieta e le loro dimensioni.

Lo studio è stato condotto su 410 diversi esemplari di arcosauri – dinosauri, quindi, ma anche parenti dei coccodrilli – vissuti durante il Mesozoico, tra 252 e 66 milioni di anni fa. I campioni da studiare sono stati scelti in base a un’unica caratteristica: la perfetta conservazione dell’orbita dell’animale, che può dare un’idea ragionevolmente precisa della forma che avevano i suoi occhi.

Stephan Lautenschlager, ricercatore dell’università di Birmingham e unico autore dello studio, ha quindi studiato come la forma degli occhi nei dinosauri e dei rettili preistorici è cambiata nel corso del Mesozoico, e ha scoperto che, con il trascorrere dei millenni e l’aumento delle dimensioni corporee, gli occhi di T. rex e di molti altri predatori hanno cambiato dimensione e soprattutto forma, passando da orbite perfettamente circolari a orbite allungate e schiacciate.

Occhi piccoli, morso grande. Secondo Lautenschlager, il motivo di questa metamorfosi è da ricercare nel cambio di dieta: animali più grandi vanno in cerca di prede più grandi, per cacciare le quali hanno bisogno di un morso più potente. Che può però avere effetti collaterali anche sulle ossa del cranio di chi morde: infatti, una simulazione al computer, ha permesso al ricercatore di dimostrare che un’orbita piccola e ovale, schiacciata e allungata, resiste alla pressione di un morso molto di più di quanto faccia un’orbita grande e circolare.

T. rex e gli altri grandi predatori della Preistoria, quindi, si sono ritrovati davanti a un bivio evolutivo, e hanno scelto di sacrificare gli occhi in favore di un’arma devastante – e probabilmente di usare anche altri sensi come l’olfatto per individuare la preda, come suggerito da uno studio del 2019. Ovviamente non possiamo sapere molto di più delle dimensioni degli occhi di T. rex perché il tessuto molle non si fossilizza; non sappiamo per esempio se, nonostante fossero piccoli, avessero qualche specializzazione che dava all’animale un vantaggio. Una cosa però l’abbiamo scoperta: il T. rex aveva gli occhietti per non farsi male da solo quando mangiava.



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