Gas, il prezzo sfonda i 320 euro: le multiutility bloccano i nuovi contratti

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Il gas balza ancora e fa registrare il nuovo record alla borsa di Amsterdam. Volatilità che alimenta in misura esponenziale i problemi di approvvigionamento delle imprese. Le aziende fornitrici di gas infatti non faranno, nelle prossime settimane, nuovi contratti alle aziende che non siano quelle storicamente rifornite. Questa la scelta presa dalle partecipate pubbliche territoriali come A2a e Hera. Eni usa invece la prudenza a tutto campo, nei confronti di tutti i clienti, in attesa di capire quale sarà l’andamento dei prezzi del gas.

A2a è la multiutiliy controllata dai Comuni di Milano e Brescia; Hera, con 200 soci pubblici, opera prevalentemente in Emilia Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana e Abruzzo. Entrambe cercheranno di garantire i clienti «buoni pagatori» e i clienti «storici», ma adesso non è possibile fare altro. In tempi normali sarebbe stato interessante sfruttare la concorrenza per raggiungere nuovi clienti; oggi invece la ricerca di nuovi contratti è inibita dal contesto di incertezza internazionale che rende difficile prevedere il prezzo del gas e non dà certezza sugli approvvigionamenti.

La posizione di A2a, Hera, Eni

Fonti vicine ad A2a sottolineano che «il momento è difficile per tutti: aziende clienti e fornitori. Ma in questo contesto A2a sta onorando i propri contratti e confermerà le forniture privilegiando per i rinnovi (non a prezzi fissi) i clienti storici in regola con i pagamenti. Per quanto concerne la sottoscrizione di nuovi contratti di fornitura, il gruppo sta procedendo con prudenza». Per Hera l’importante è soprattutto mantenere ora la fiducia dei clienti legati al gruppo da anni, dando continuità e garantendo l’operatività di grandi e piccole aziende. Poi si vedrà cosa sarà possibile fare nei prossimi mesi.

L’Eni intanto sta temporeggiando prima di avviare con le imprese il prossimo anno termico, che partirà il primo ottobre. Il motivo sarebbe la volatilità dei prezzi e quindi il timore che i contratti sottoscritti oggi non rispecchino i costi reali durante l’anno.

Le aziende a rischio forniture

Il risultato concreto di questo scenario è che sempre più aziende stanno lamentando la difficoltà di trovare fornitori. È in queste settimane che generalmente si rinegoziano i contratti per il prossimo anno termico, che parte il primo di ottobre e dura fino al 30 settembre successivo. Molte aziende del settore cartario dichiarano di aver cercato sul mercato alternative, come per esempio Edison e Shell, ma ricevendo dall’altra parte la richiesta di un mese di anticipo e una fideiussione dello stesso valore.

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