Bene l’export delle acque minerali ma si teme un autunno a secco con la
Continua a crescere in Italia il mercato delle acque minerali e nei primi cinque mesi del 2022 le vendite nella Gdo mettono a segno un +6,4%. Molto meglio l’andamento dell’export che nel primo trimestre registra una crescita di un terzo. Sui comportamenti d’acquisto pesa l’inflazione e i rincari di trasporti e delle materie prime. Non a caso, quasi 1 consumatore su 3 sceglie l’acqua minerale da acquistare per il consumo domestico in base alla presenza di offerte e promozioni. È uno degli spunti che emerge da un’indagine di Mineral Water Monitor, l’osservatorio di Nomisma dedicato al settore delle acque minerali. Il mercato si lascia alle spalle la frenata (-3,7%) dei volumi del 2020 mentre nel 2021 i consumi di acqua in bottiglia nei ristoranti e nei bar hanno cominciato a riprendere quota e il mercato è tornato a crescere, superando nel complesso i 136 milioni di ettolitri, +4,9% sul 2020.
A preoccupare è l’evoluzione della situazione geopolitica e dell’inflazione. A questo si aggiungono le previsioni di consumo al ribasso delle famiglie relativamente alla spesa per prodotti alimentari e bevande, con le riduzioni più pesanti che interesseranno i consumi fuori casa. Tale calo si paleserà soprattutto nei mesi autunnali quando finirà l’effetto trainante di vacanze e turismo per i consumi away from home.In tale scenario, non si arresta la vendita in Italia delle acque funzionali, ossia quelle acque arricchite di elementi utili all’organismo come vitamine e minerali, ma anche acido ialuronico ed estratti di erbe e frutta.
Nei primi mesi del 2022 tali prodotti hanno mostrato una crescita in Gdo di oltre il +20% in valore rispetto al 2022 (fonte: NielsenIQ).«Tra i nuovi trend di consumo del comparto vi rientrano sicuramente le acque arricchite di vitamine e minerali. Sebbene rappresentino ancora una nicchia, inferiore all’1% delle vendite in valore di acqua imbottigliata, le acque funzionali continuano a registrare tassi di crescita a doppia cifra – spiega Emanuele Di Faustino, senior project manager di Nomisma -. Al momento solo il 4% degli italiani le consuma, ma la consumer base è destinata ad ampliarsi in futuro con il 13% che dichiara che vorrebbe provare le acque funzionali nei prossimi mesi. È ad aver maggiore interesse verso questa tipologia di acque sono principalmente le donne, over 40 e con capacità di spesa medio-alta».
Sul fronte dell’export si registra una forte espansione e nel primo trimestre di quest’anno si evidenzia una decisa ripresa con un +33% rispetto allo stesso periodo del 2021. In forte spolvero le esportazioni verso gli Usa (+46% nel I trimestre 2022), mercato dove l’Italia detiene una market share del 36%, grazie soprattutto all’export di acqua minerale frizzante (89% dell’export totale italiano a valore), e nel Regno Unito (+77%). Bene anche Germania (+12%) e Svizzera (+23%) mentre è stazionario l’export verso la Francia. Quest’ultimo mercato, oltre a rappresentare la seconda destinazione delle vendite di acque italiane oltre i confini nazionali, è – al pari del vino – il principale nostro competitors sui mercati internazionali.
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