Dieci anni di eQual a Mantova: dal Primo Maggio davanti ai cancelli dell’Outlet

MANTOVA. In principio fu il referendum sull’acqua bene comune: cavalcando l’onda della vittoria, un gruppo di attivisti decise che «la lezione di partecipazione, impegno e condivisione di quel movimento andava sperimentata ogni giorno». Onda lunga, ancora alta dieci anni dopo. Questo l’innesco di eQual, che ha cominciato il suo percorso declinando la lotta sociale con il graffio creativo, la denuncia con lo sberleffo. Pure larga, quest’onda, dove hanno trovato posto precari, operai e studenti di ogni età.

«Di fronte alla crisi di una società ingiusta abbiamo organizzato un progetto politico in piena sintonia con i movimenti di base grassroots del mondo anglosassone di quegli anni» rivendicano Annalisa Gazzoni (impiegata) ed Emanuele Bellintani (giornalista e professionista della comunicazione), che sarebbero diventati i portavoce di questa esperienza.

«Perché eQual? La Q maiuscola è quella del nostro romanzo preferito di Wu Ming, il nome l’abbiamo scelto per diffondere un’idea di uguaglianza in un momento storico in cui sembrava una parola desueta, con lo slogan “un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti” dei Knights of Labour narrati dal compianto Valerio Evangelisti».

Il battesimo pubblico avvenne il Primo Maggio del 2012 con incursioni sul web e volantinaggi creativi davanti ai cancelli dell’Outlet di Bagnolo «per sensibilizzare i consumatori sullo sfruttamento dei lavoratori». L’iniziativa si sarebbe ripetuta in modi e forme sempre più eclatanti, come il subvertising dei manifesti 6 metri per 3 che nel 2014 annunciavano il concerto di Arisa al Fashion District per il Primo Maggio. «Ci concentrammo lì perché quel non-luogo racchiudeva le contraddizioni del lavoro, del consumismo e di uno sviluppo di tipo predatorio» ricordano Gazzoni e Bellintani.

L’onda non s’infranse nemmeno contro l’impermeabilità della politica alle istanze del cambiamento: eQual scelse di diventare soggetto indipendente, «impostando la sua azione sulle coordinate del lavoro, dell’ambiente e della solidarietà».

Solidarietà attiva, come quella espressa subito da eQual, nemmeno un mese dopo il suo battesimo, quando organizzò la rete sociale di aiuti per il terremoto nella Bassa, «una pratica di mutuo aiuto che negli anni avrebbe impegnato il gruppo nelle emergenze di altri terremoti e alluvioni fino al sostegno dei migranti bloccati sugli scogli di Ventimiglia».

Questi percorsi spesso si sono intrecciati a tematiche di politica locale. «Per ingraziarsi il favore dei mantovani, il gruppo Esselunga regalò dei buoni spesa – ricordano ancora Gazzoni e Bellintani – Eravamo in prima linea nella mobilitazione contro l’ennesimo baraccone commerciale in città e facemmo una raccolta pubblica di quei buoni, organizzando delle spese solidali per famiglie in difficoltà e operai rimasti senza lavoro a causa della crisi economica. Una battaglia giusta, la cui sorte venne purtroppo segnata da una politica vecchia, legata ancora a carrelli e cemento come idee di “sviluppo”».

L’attenzione a lavoro si è tradotta nel sostegno continuo ai presìdi di aziende in crisi e di vertenze sindacali, quella all’ambiente…