Il futuro del riso – Focus.it
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Oltre a essere il cereale più consumato al mondo, in Cina e nell’intera Asia il riso è il cibo per eccellenza, ma – come ovunque – non tutte le zone sono adatte alla sua coltivazione: il nord del Paese, ad esempio, ha un suolo alcalino e salino, per nulla adatto alle risaie. Nella contea di Jinghai, però, proprio nella parte nord-orientale della Cina, lo scorso autunno è stato raccolto il prodotto di 100 ettari di risaie. Merito della scienza: i ricercatori cinesi hanno infatti creato una varietà di riso coltivabile in suolo arido e salino, ottenuta attraverso l’iperespressione (ovvero la moltiplicazione) di un gene resistente al sale presente in una varietà selvatica della pianta.
Indipendenza alimentare. Cambiamenti climatici, aumento nella domanda del riso e tensioni geopolitiche hanno spinto la Cina a cercare soluzioni per produrre l’intero fabbisogno interno. Non è la prima volta che il Paese asiatico ricorre alla scienza per modificare gli alimenti (il caso più recente è il pesce senza spine), ma in questo caso non si trattava di migliorarne il gusto o facilitarne il consumo, ma di ridurre la propria dipendenza dalle importazioni pur avendo meno del 10% della terra fertile del mondo.
Gli agricoltori cinesi che coltivano riso in terreni aridi utilizzano grandi quantità di acqua dolce per cercare di ridurre la salinità dei propri campi: questo metodo, oltre all’enorme consumo di acqua, spesso non migliora il terreno abbastanza da renderlo sufficientemente produttivo.
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