Borse caute tra calo petrolio e frenata manifattura Cina. Occhi puntati su

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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Prudenza resta la parola d’ordine per i mercati azionari europei. Gli investitori attendono sviluppi concreti nei negoziati tra Russia e Ucraina per raggiungere un’intesa almeno sul cessate il fuoco, mentre la frenata dell’attività manifatturiera cinese e la prospettiva di un utilizzo delle riserve strategiche da parte degli Stati Uniti mettono un freno alla crescita dei prezzi dell’energia. A Piazza Affari il FTSE MIB si muove così attorno alla parità. I listini europei si apprestano in ogni caso a chiudere marzo recuperando i livelli di fine febbraio e con un rimbalzo di oltre il 14% rispetto ai minimi del 7 marzo. Tra i principali titoli milanesi, deboli le banche e in particolare Banco Bpm, guadagna terreno invece Saipem.

Sul fronte macroeconomico, in Cina nel mese di marzo ‘attività manifatturiera si è contratta per la prima volta in cinque mesi, penalizzata da un rimbalzo epidemico che sta portando a confinamenti e pesa sull’attività. L’indice si è attestato a 49,5 punti contro i 50,2 di febbraio, quando già il deterioramento delle condizioni sanitarie metteva sotto pressione l’economia, come ha annunciato l’Ufficio nazionale di statistica. Il valore si colloca così al di sotto della soglia dei 50 punti che separa idealmente un’economia in espansione da una in contrazione. Il dato è tuttavia superiore alle attese degli analisti, che si aspettavano un calo più pronunciato (49,1). In Germania, intanto, a febbraio le vendite al dettaglio sono salite dello 0,3% su mese, mentre a livello tendenziale l’incremento è stato del 7 per cento.

Spread BTp-Bund poco mosso a 146 punti

Sull’obbligazionario, andamento poco mosso per lo spread tra BTp e Bund dopo la giornata di ieri caratterizzata da una decisa risalita dei rendimenti sul mercato secondario Mts. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco si attesta su 146 punti base, uno in meno rispetto alla chiusura di mercoledì. Il rendimento del decennale italiano si mantiene ben sopra la soglia del 2%, al 2,13%, ma in leggero calo rispetto ai 2,15% dell’ultimo riferimento.

Riserve Usa e “saldi” Russia pesano sul prezzo del petrolio

In calo, come detto, il prezzo del petrolio, che si riporta verso quota 100 dollari al barile. Secondo informazioni di stampa Washington si starebbe preparando a prelevare circa un milione di barili di petrolio al giorno dalle riserve strategiche per frenare il caro energia. La Russia, inoltre, starebbe offrendo il proprio greggio in vendita diretta all’India con consistenti sconti rispetto ai prezzi pre guerra per trovare uno sbocco alla propria produzione bandita da molti paesi occidentali. Il future maggio sul Wti cede il 5,03% a 102,4 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent scivola del 3,62% a 109,34 dollari.